Brescia, Inps senza personale: "Non ci si può ammalare, uno fa per tre"

Elia Spanu

Elia Spanu

Brescia – "Il lavoro è diventato ingestibile, ci sono attività lasciate interamente nelle mani di un dipendente. Se per caso ci si deve assentare per qualunque motivo, è demoralizzante, per non dire angosciante, la mole di lavoro che poi ci si ritrova al rientro". Giorgina Silvestro lavora all’Inps dal 1999 e, dal 2009, è nella sede di Brescia. I cambiamenti di questi anni li ha vissuti in prima persona: sempre meno i colleghi, sempre più il lavoro da sbrigare. "Il Covid è stato emblematico – racconta – abbiamo lavorato da casa, senza orari. Dietro tutti i bonus e i sostegni per famiglie e imprese c’eravamo noi".

Selene è, invece, una dei nuovi ingressi, che si attestano sempre più tra gli over 40. Dopo aver lavorato diversi anni nel privato, nel 2019, ha fatto il concorso per entrare all’Inps a Brescia. "L’obiettivo era migliorare la qualità della vita – racconta –. Quando ho fatto io il concorso, c’erano 92 posti, ma si sono presentati in 60. Ora, di questi colleghi, ben 45 a breve se ne andranno, perché tornano nelle zone di origine, per lo più al Sud. Di fatto ognuno di noi ormai lavora per tre, alcuni uffici si basano solo su un operatore. Praticamente, non è permesso ammalarsi". Elia Spanu di anni ne ha 33 e, dopo la laurea in giurisprudenza ed alcune esperienze nel settore privato, ha deciso di fare il concorso, vincendolo, per l’Inps. "Io sono contento di poter fare un lavoro al servizio della comunità, è un aspetto che mi piace molto. Con gli ultimi concorsi sono entrati anche ragazzi giovani, che hanno competenze digitali importanti, ma si inizia a sentire il peso della carenza di personale".