
Intervento notturno di Vigili del Fuoco e Soccorso Alpino
Ornica (Bergamo) – Un'altra tragedia in montagna. Un escursionista milanese di 64 anni, G.A., residente nel capoluogo lombardo, è stato ritrovato morto venerdì sera intorno alle 21,30 non lontano dal rifugio Benigni, 2.222 metri di altezza nel comune di Ornica, in alta Valle Brembana. Le ricerche erano partite nel pomeriggio. Pare che l'uomo abbia telefonato ai soccorsi dicendo di essere caduto in un dirupo, senza però riuscire a fornire indicazioni precise sul punto in cui si trovava.
Il 64enne stava percorrendo in discesa il sentiero del Cai che dal rifugio Benigni porta ai Piani dell'Avaro, quando è precipitato in un burrone, forse dopo essere scivolato o forse dopo essere stato colto da un malore. I soccorritori lo hanno individuato solo dopo le 21, sei ore dopo l'allarme, grazie ai droni dei vigili del fuoco di Bergamo. Purtroppo per l'uomo non c'era più nulla da fare. Il suo corpo era una cinquantina di metri sotto il sentiero.
L'allarme è scattato verso le 15, quando il 64enne è riuscito a telefonare al numero di emergenza. Ha raccontato di essere precipitato, ma ha saputo fornire solo indicazioni generiche sul punto in cui si trovava. Forse perché stordito dalle lesioni riportate durante la caduta o forse perché non pratico della zona. I soccorsi si sono mobilitati immediatamente. E hanno puntato verso Ornica e Cusio, probabilmente sulla base delle scarse notizie che il ferito era riuscito a fornire. Una quindicina di uomini del Soccorso alpino della Valle Brembana sono saliti ai Piani dell'Avaro e hanno cominciato a battere la zona.
Sono stati anche allertati i vigili del fuoco di Bergamo, che hanno inviato tre squadre dotate di droni con cui perlustrare la zona. In serata è stata trovata l'auto dell'escursionista, parcheggiata ai Piani dell'Avaro. Nel frattempo in zona ha cominciato a sorvolare l'ecottero del 118 di Como, abilitato per il volo notturno. Le ricerche non si sono fermate con il buio. E' stato un drone dei pompieri ad avvistare il corpo in un dirupo profondo una cinquantina di metri.
Gli uomini del Soccorso alpino si sono calati per raggiungerlo nella speranza che l'uomo fosse ancora vivo. Ma l'uomo era già morto a causa delle gravi ferite riportate nella caduta. Solo poche ore prima un’altra tragedia in montagna in Lombardia era costata la vita a Francesco Prati, originario di Cellatica e residente a Gussago, morto precipitando per 40 metri su una parete in montagna nell’Alto Bresciano, intorno a mezzogiorno.