
Mistero in mezzo al fiume: "C’è un cavadere nel Serio"
La segnalazione è arrivata da un cittadino che ieri mattina, attorno alle 10.30, ha notato il corpo di un uomo arenato tra le rocce del fiume Serio, tra Pedrengo e Seriate, vicino alla piazzola ecologica. Solo avvicinandosi ha avuto la sicurezza che si trattava del corpo di un uomo, in posizione prona e con solo una maglietta addosso. A recuperarlo, più tardi, sono stati i vigili del fuoco della centrale di Bergamo, arrivati sul posto assieme ai carabinieri. Quel corpo dovrebbe appartenere a un uomo di carnagione chiara, di età compresa fra i 35 e i 50 anni di età. Il condizionale in questa fase è d’obbligo.
A una prima ispezione non risultano segni di ferite evidenti tali da far pensare a qualcosa di violento. Pare fosse in acqua da parecchio tempo, sicuramente da giorni. Per risalire alla sua identità potrà essere utile il tatuaggio sulla parte sinistra del torace raffigurante due pugni, uno più grande dell’altro, che si toccano, con la scritta ’family’ in basso, oltre ad un orecchino bucherellato ad anello sul lobo dell’orecchio sinistro. Proprio sul tatuaggio si sono concentrati gli inquirenti. Risalire all’identità e da li eventualmente chiarire lo scenario. Il pm Paolo Mandurino, che ha eseguito un sopralluogo insieme ai carabinieri della Compagnia di Bergamo e ai colleghi della Scientifica, ha disposto l’autopsia. L’accertamento potrebbe fornire in primo luogo la causa della morte (e quindi restringere o allargare il campo delle ipotesi); e in secondo luogo fornire uno spazio temporale per rispondere al quesito degli investigatori: da quanto tempo era in acqua? Il corpo, a prima vista, appariva gonfio, e questo potrebbe essere già indicativo del fatto che fosse da giorni, se non di più. È probabile che nelle prossime ore venga lanciato un appello per invitare chiunque abbia notizie su persone scomparse a farsi avanti. A oggi restano aperte tutte le ipotesi, in attesa di riscontri da parte dell’esame autoptico. In queste ore saranno vagliate anche le eventuali denunce di persone scomparse proprio per cercare riscotri utili all’identificazione.
Francesco Donadoni