MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Meningite, a Villongo paese in fila per il vaccino

Tre casi in un mese, uno fatale. E scatta la campagna a tappeto. L’obiettivo è quello di immunizzare fino a 4.500 adulti. La protesta dei non residenti, che non hanno diritto alla prestazione gratuita

In coda per il vaccino (De Pascale)

Villongo (Bergamo), 28 dicembre 2019 - Tutti in coda per vaccinarsi. Da ieri mattina la saletta accanto all’aula consiliare del municipio di Villongo è trasformata, dalle 12 alle 18, in un ambulatorio, mentre l’atrio al primo piano è diventato una sala d’aspetto che accoglie i residenti tra i 18 e i 50 anni (quelli tra gli 11 e i 18 devono andare a Sarnico) che, muniti di tessera sanitaria, hanno iniziato a sottoporsi al vaccino gratuito contro il meningococco di tipo C. Il batterio che in un meno di un mese ha colpito tre volte a Villongo: prima ha ucciso la studentessa universitaria di 19 anni Veronica Cadei; poi ha fatto ammalare una studentessa di 16 anni, ora in via di completa guarigione, e per ultimo un operaio di 36 anni, attualmente ricoverato nel reparto di terapia intensiva degli Spedali Civili di Bresciae le cui condizioni sono in via di miglioramento. Inutile negarlo: in paese l’apprensione c’è, nonostante le rassicurazioni delle autorità. E, sopratttutto, protesta chi pur lavorando a Villongo non ha diritto al vaccino grauito.

La campagna di vaccinazione straordinaria e gratuita promossa da Ats Bergamo e Regione Lombardia, sarà scandita in un calendario di cinque giornate, fino al 3 gennaio. L’obiettivo è quello di vaccinare tra le 4mila e le 4.500 persone solo a Villongo, circa 20mila nell’area che comprende anche i comuni di Adrara, Credaro e Sarnico (l’Ats di quest’ultimo paese continuerà le vaccinazioni anche oltre le date indicate). "Bisogna tutelare la popolazione – spiega il sindaco Maria Ori Belometti, che è anche medico –. È una necessità dopo i tre casi di infezione registrati nelle ultime tre settimane. Mi sembra ormai evidente che nella nostra comunità ci sia un portatore sano. Individuarlo è impresa ardua, ma la strategia messa in atto dovrebbe dare risultati. Da un lato facciamo profilassi, dall’altro lato facciamo prevenzione massiccia attraverso una campagna di vaccinazione a tappeto. Abbiamo allestito un servizio d’ordine e ci saranno anche assistenti che daranno una mano ai cittadini per guidarli". In azione la specialista Elvira Cuoco, della Medicina di Prevenzione di Ats Bergam. "Abbiamo coinvolto anche diverse associazioni di Villongo – rivela Massimo Giupponi, direttore di Ats Bergamo – per garantire una informazione capillare: una sorta di ‘porta a porta’ perché non si diffonda il panico. Non c’è alcuna epidemia".

«È normale che tra i residenti ci sia un po’ di preoccupazione – spiega Stefano Giardina, 45 anni, che da 20 anni lavora nella polizia locale di Villongo e che ieri mattina era in fila per sottoporsi alla vaccinazione –. Io mi vaccino perché, per il mio lavoro, sono quotidianamente a contatto con molte persone". Daniele Paris, 18 anni, era anche lui in fila. "Non bisogna creare allarmismi – sottolinea –. Il vaccino non è così impegnativo, basta avere la pazienza di sopportare un po’ di coda, ma la profilassi, dopo quello che è successo, è necessaria". Non mancano le voci critiche: "Vaccinarsi va bene – commenta Valeria Pavesi, 23 anni – ma tutto poteva essere organizzato un po’ meglio. Stamattina (ieri, Ndr ) si è creata parecchia fila e ci sono stati parecchi mugugni". Durante la mattinata si sono registrati anche attimi di tensione, quando alcune persone che risiedono fuori Villongo, ma che vi lavorano, quindi escluse dalla campagna di vaccinazione gratuita, hanno protestato, in maniera civile, fuori dal municipio: "Io da anni lavoro a Villongo, frequento bar e locali e probabilmente sono più esposto di una massaia che risiede in paese, ma che sta quasi tutto il tempo in casa - il ragionamento di Oscar, operaio di 40 anni -. Eppure io la vaccinazione me la devo pagare".