F.D.
Cronaca

Dramma a Treviglio, l’autopsia conferma: madre stroncata da una sola, fatale coltellata

Così è morta Manuela Guerini. La figlia quindicenne accusata dell’omicidio potrebbe essere affidata a un tutore esterno alla famiglia

Manuela Guerini, di 43 anni

Bergamo - L’autopsia ha confermato che la coltellata alla schiena è stata quella fatale. L’esame è stato effettuato ieri mattina alla camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII dal dottor Matteo Marchesi. Già durante l’accertamento esterno di sabato sera, subito dopo il delitto, avvenuto in un’abitazione di via Butinone, a Treviglio, il medico legale aveva parlato di una coltellata sferrata dalla figlia 15enne alla madre, Manuela Guerini, di 43 anni.

La ragazzina - accusata di omicidio volontario con l’aggravante del legame di parentela - assistita dall’avvocato Giulia Bolgiani si trova a Torino, in un istituto per minori con una sezione femminile (anche perché in Lombardia non esistono strutture con queste caratteristiche). Una decisione maturata anche per poter consentire delle valutazioni più approfondite sulle condizioni neuropsichiatriche della ragazzina. Durante l’interrogatorio dell’udienza di convalida, davanti al gip Laura d’Urbino, presente anche il pm Giuliana Tondina, a capo della procura minorile di Brescia, la 15enne ha parlato per due ore, soffermandosi sui rapporti con la mamma che l’ha cresciuta senza un padre dall’età di 28 anni. Ma avrebbe anche raccontato di sentirsi sola, e di non voler vedere i parenti. Il fratello di Manuela, Miki si è detto disposto a prendersi cura della nipote, ma alla luce delle affermazioni dell’adolescente, si valuta la possibilità di poterla affidare a un tutore, estraneo alla cerchia famigliare, che si possa prendere cura di lei. A Treviglio, dove oggi si svolgerà il funerale di Manuela Guerini, la città si interroga su quello che è successo.

Il capogruppo Pd della città Laura Rossoni, aveva sottolineato come in Italia i matricidi, rispetto agli altri reati, siano in aumento. "La mancanza di reti, familiari e non, rendono senza risposte i bisogni di aiuto che si trasformano in casi anche drammatici. In queste circostanze i servizi per la famiglia, come i consultori non devono essere marginalizzati al di fuori della città, ma anzi devono essere rafforzati". Ma ai servizi sociali di Treviglio non era mai stata segnalato nessun disagio tra madre e figlia. Come ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali, Pinuccia Prandina, che sabato sera si era subito recata sul posto. "in questo momento servono solo silenzio, rispetto e aiuto alla quindicenne. In città i servizi ci sono, piuttosto c’è bisogno di una partecipazione di comunità che avvisi la famiglia che non vuole farsi aiutare".