MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Dottori in Montagna, nasce il corso di laurea

L’Università di Bergamo lancia una sfida. Previsto studio teorico ed esperienza sul campo

il rettore Remo Morzenti Pellegrini

Bergamo, 15 giugno - Ripensare la didattica universitaria dopo l’epidemia, coinvolgendo i territori come laboratori di nuove idee, utilizzando connessioni reali e digitali per potenziarne la reticolarità e organizzandola in modo itinerante in sedi distribuite sul territorio. L’Università di Bergamo lancia l’ennesima sfida e si appresta ad avviare un nuovo corso di laurea magistrale sulla Montagna per dare vita a una formazione interdisciplinare di eccellenza, che l’ateneo cittadino vorrebbe realizzare utilizzando una didattica student-orientes (come quella quella praticata nel corso di laurea magistrale in Geourbanistica), prevedendo l’integrazione tra studio teorico ed esperienze sul terreno e che sia ancorata alla montagna per un suo rinnovamento. Un percorso che sarà graduale per puntare a consolidare le proposte formative dell’Università sulla montagna e inizierà con quattro Summer School: la prima si è conclusa domenica a Clusone, quindi in Valtellina a giugno 2021, nell’aprile del 2022 in Valle Brembana e in Val di Fiemme nel maggio 2022.

Proseguirà poi con un corso di perfezionamento dedicato alla “Valorizzazione dei beni culturali, paesaggistici e ambientali della Montagna”, con 170 ore di lezioni, seminari e laboratori di progetto che si terrà tra diverse sedi in Valle Seriana, Valle Brembana e in Valtellina a partire da novembre di quest’anno e sarà rivolta agli operatori del territorio. Un passo dopo l’altro per arrivare fino a un ultimo step, il più ambizioso. «Con questa iniziativa – spiega il rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini – vogliamo portare l’Università fuori dalle Mura. Qualcosa che ci porta anche a un’idea più strutturata: l’idea di costruire un’università proprio attorno a questa scommessa, un’idea di futuro per la nostra università. La montagna non è un territorio di serie B. Anzi, in certi momenti si è trasformata in salvezza per chi la frequentava. Dotare i territori di infrastrutture di un livello minimo non funziona, bisogna pensare a progetti di eccellenza".