ALESSANDRO LUIGI MAGGI
Cronaca

La sofferta salvezza non basta. Paga il tecnico, ora arriva Mandole

La scorsa estate Scola voleva la conferma in panchina di Matt Brase che poi ha preso strade diverse . Il coach newyorkese non ha legato con la piazza, ma le colpe non sono tutte sue. Già pronta la soluzione .

La sofferta salvezza non basta. Paga il tecnico, ora arriva Mandole

La sofferta salvezza non basta. Paga il tecnico, ora arriva Mandole

Una stagione tutt’altro che da ricordare. Un passo falso in un percorso di crescita. Da qualunque parte la si veda, il mese di maggio ha il sapore del sospiro di sollievo in casa Pallacanestro Varese. Per una retrocessione evitata con anticipo, per uno spettacolo che a Masnago non dovrà più andare in onda.

Un passo sopra il fallimento, che da queste parti può essere considerato solo la discesa di categoria. E non inganni una semifinale di Fiba Europe Cup: un cammino dignitoso in una competizione di terza fascia.

Però negli albi delle statistiche restano i fatti: quattordicesimo posto, due vittorie in più delle retrocesse Pesaro e Brindisi. Rispetto al playoff di un anno fa, invalidato dal ’’caso Tepic’’, un bilancio che non può essere altro che negativo.

E le mosse del club, in fin dei conti, sono lì a dimostrarlo. "Voglio ringraziare sia i miei giocatori che i tifosi. La stagione non è andata come volevamo, ma i nostri tifosi ci hanno fatto sempre sentire la loro vicinanza, sia in casa che in trasferta", queste parole, espresse dopo il successo di Pistoia, saranno le ultime per Tom Bialaszewski da allenatore biancorosso.

Il tecnico newyorkese, classe 1982, era al centro di voci praticamente da novembre: ha salvato il posto a stagione in corso, non dopo l’ultima sirena. C’è un altro anno di contratto, però gli indizi sono più di uno. L’ultimo, l’assenza alla festa di saluto con i tifosi. I bagagli sono pronti, Luis Scola ha già comunicato la sua decisione. I due si erano conosciuti in Olimpia Milano, nel regno di Ettore Messina. Si erano stimati, reciprocamente, ma il matrimonio è stato imposto dalle circostanze. La scorsa estate Scola voleva la conferma di Matt Brase. Ma quest’ultimo, dopo un lungo silenzio, optò per il ritorno negli Stati Uniti. Bialaszewski era sul mercato, aveva idee aderenti alla filosofia del club, si è scoperto dopo un carattere non troppo in linea con le necessità dello sport di oggi. Brase legò con la piazza, Bialaszewski ha amato sempre il basso profilo. E in fin dei conti ha trovato una Varese ben diversa. Inizialmente senza un leader riconosciuto come Colbey Ross, mvp dello scorso campionato. Da subito in un club privato di una figura come Mike Arcieri, che della passata stagione è stato il GM numero uno.

Un progetto tutto da rifare, certamente più improvvisato, in cui Bialaszewski non ha convinto pur senza andare a fondo. Ora si cambia pagina. Scola è stato convinto da Herman Mandole, assistente argentino di Bialaszewski molto amato dal gruppo, che ha chiesto solo qualche giorno prima di decidere. Un posto da assistente in G League, di questi tempi non si sa mai. Poi c’è il roster, dove francamente c’è poco da salvare. Hugo Besson ha contratto, tra gli italiani Davide Moretti e Leonardo Okeke dovrebbero trovare spazio, mentre Tomas Woldetensae credibilmente chiederà di essere liberato dopo mesi vissuti a singhiozzo. Ma l’ombra che aleggia, davvero, è il futuro di Nico Mannion. Dipende tutto da questo. Il play della Nazionale, urge sottolinearlo, ha vissuto nella città giardino i primi mesi sereni dal suo arrivo in Italia dopo Tokyo 2021. Esiste un opzione per il rinnovo, c’è chi consiglia un altro anno di stabilizzazione prima di tentare un nuovo salto in alto, ma la verità è che tutto gira intorno alla coppa europea. E con un quattordicesimo posto in LBA, questa Varese ha ben poco da presentare alla FIBA. Se non il proprio, storico, curriculum vitae. In pochi, ancora oggi, hanno vinto più del glorioso club biancorosso.