La cura che preserva dal ricorso alle sacche

"Gestiamo e preserviamo le risorse del paziente con procedure di responsabilizzazione"

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Preservare il sangue del paziente attraverso tecniche di conservazione che migliorano l’esito clinico post operatorio. All’Asst Spedali Civili di Brescia prende il via il programma di Patient Blood Management (PBM), riconosciuto dall’OMS come uno standard di cura urgente e necessario per minimizzare il ricorso alle “trasfusioni evitabili“. "È un approccio sistematico – spiega il direttore della U.O. Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Camillo Almici – per migliorare l’outcome clinico del paziente gestendo e preservando la sua risorsa sangue con procedure di responsabilizzazione deputate alla sicurezza del paziente. Indirettamente, questo porta a ridurre il bisogno di trasfusioni". Ad esempio, poiché anche solo un grado di anemia basso aumenta il rischio di mortalità a 30 giorni di 4,6 volte, intervenire per ridurre la carenza di ferro consente di affrontare l’intervento in uno stato più ottimale. "Il monitoraggio in Australia – conclude Almici – ha evidenziato come in 4 anni la mortalità si sia ridotta del 28%, le infezioni del 21%, la durata del ricovero del 15%, con un risparmio economico di 80-100 miliardi di dollari, di cui 18 solo per gli emocomponenti".