La città ha fame di case popolari. La domanda sale a quota 1.466

93% dei richiedenti di case popolari in Lombardia rimane escluso. Emergenza abitativa a Brescia: 1466 domande in attesa. Sunia-Apu e Cgil Brescia promuovono un convegno sul diritto all'abitare. Petizione popolare per un 'Piano Casa' che aumenti gli alloggi di edilizia pubblica.

La città ha fame di case popolari. La domanda sale a quota 1.466

La città ha fame di case popolari. La domanda sale a quota 1.466

BRESCIA

Assegnazione di case popolari per 7 richieste su 100, con un 93% di richiedenti lombardi che resta, dunque, escluso e costretto a cercare in un mercato privato che non concede quasi più affitti o che preferisce andare sugli affitti brevi. Un quadro che delinea l’emergenza abitativa, quello tracciato nel convegno promosso da Sunia-Apu e Cgil Brescia, sul tema del diritto all’abitare.

"Basti citare le decine di migliaia di domande in attesa per case popolari che non ci sono – sottolinea Pierluigi Albetti, segretario generale Sunia-Apu Lombardia -. A fronte di 65mila domande, la disponibilità era di 4600. Dopo Milano, la città col maggior numero di domande è proprio Brescia, a quota 1466". La difficoltà a reperire un’abitazione sta diventando una vera e propria emergenza anche per i lavoratori e per gli studenti, come dimostrato dal fenomeno delle tendopoli degli universitari. "A Brescia – ricorda Mattia Rebessi, Studenti Per-UDU Brescia – c’è stata una politica lungimirante dell’università per cui non abbiamo avuto le tendopoli. La situazione è però molto variegata sul territorio e va affrontata in modo strutturale, tanto più in vista del taglio dei fondi per le borse di studio. I canoni concordati sono fondamentali, ma non sono la soluzione per tutte le situazioni". Da Brescia, come ricordato da Angelo Andreoli, segretario generale Sunia-Apu Brescia, è stata rilanciata la petizione popolare nazionale di Sunia per un ‘Piano Casa’ che aumenti gli alloggi di edilizia pubblica recuperando alloggi sfitti. Per Ance, la filiera dell’edilizia vuole essere collaborativa e non oppositiva, mentre Domenico Bizzarro (Immobiliare Sociale Bresciana) ha sottolineato la necessità di integrare le informazioni. F.P.