
Matteo Scapin
Azzano (Bergamo), 28 settembre 2019 - Deve tornare in carcere Matteo Scapin, indagato per l’investimento di Luca Carissimi e Matteo Ferrari, i due ragazzi di Bergamo morti a 21 e 18 anni dopo una serata alla discoteca Setai di Orio al Serio, lo scorso 4 agosto. Lo ha stabilito il tribunale del Riesame, accogliendo l’appello del pubblico ministero Raffaella Latorraca contro la decisione del gip Vito di Vita che aveva disposto i domiciliari, riqualificando l’ipotesi di reato da omicidio volontario a omicidio colposo stradale e omissione di soccorso.
Il 33enne di Curno, durante l’interrogatorio di garanzia, aveva detto di avere sentito prima dell’impatto con la Vespa dei due ragazzi un colpo al lunotto della sua Mini («un boato, come un colpo di fucile») e di essere stato preso dal panico. La decisione del Riesame, va chiarito, non è immediatamente esecutiva: Scapin non andrà subito in carcere e attraverso i suoi legali potrebbe fare ricorso in Cassazione. Quella notte tra Scapin e i due amici era scoppiata una lite nel locale, poi chiuso per tre mesi dal questore di Bergamo Maurizio Auriemma. Per una casualità si erano ritrovati nel parcheggio, la scintilla si era riaccesa e subito dopo, lungo la provinciale Cremasca, si è consumata la tragedia. Il 33enne, risultato positivo all’alcol test, non si era fermato dopo l’impatto. Aveva raggiunto la casa del nonno e poi chiamato il 112 - numero unico di emergenza - mezz’ora dopo i fatti. Luca Carissimi è morto sul colpo. L’amico, Matteo Ferrari, il giorno dopo. I due, molto legati, vivevano a pochi passi l’uno dall’altro, nel quartiere cittadino di Borgo Palazzo.
Da allora gli inquirenti sono al lavoro per cercare di ricostruire il delicato mosaico degli eventi. Proprio la rottura del vetro posteriore è uno snodo importante dell’indagine. Al contrario di quanto si pensava non sarebbe stato rotto con una bottiglia o con un sasso, ma con un casco. Forse proprio di uno dei ragazzi in moto. Per stabilire cosa sia successo lungo via Portico, il giudice Di Vita ha disposto una perizia cinematica per ricostruire il drammatico scontro, stabilendo la dinamica, le traiettorie e la velocità con cui i mezzi si sono scontrati. Questo per avere più chiare la colpa o il dolo e le relative responsabilità giuridiche delle parti.