Interventi difficili in età avanzata "Bisogna lavorare subito coi genitori"

L’assistente sociale Rapicavoli: la vita indipendente deve iniziare da piccoli

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Limiti oggettivi, come l’impossibilità di accedere alle misure per una vita autonoma se si vive da soli, ma anche una certa difficoltà a far passare il principio dell’autodeterminazione tra gli stessi potenziali beneficiari.

"Sono persone di una certa età, che non hanno mai scelto nemmeno cosa indossare, a cui si chiede di decidere dove e con chi vivere. Perché si dia gambe alla legge 112, bisogna lavorare con le famiglie con bambini piccoli: bisogna credere davvero che ognuno possa essere protagonista delle proprie scelte".

A dirlo è Simona Rapicavoli, assistente sociale che segue lo sportello Sai (Servizio accoglienza e informazione) di Anffas Brescia nonché operatrice dell’Agenzia per la vita indipendente, che si occupa di redigere i piani personalizzati (il Comune di Brescia ha attivato dei voucher).

Altro tema è la dignità del rischio. "La 112 – spiega Rapicavoli – impone di prendere qualche rischio nell’avviare una vita autonoma, pur all’interno di un piano che preveda tutti i servizi necessari alla qualità di vita che la persona ambisce avere. Chi lo ha fatto ci dice che non tornerebbe più indietro". Ci sono, però, dei limiti della legge da superare. "Le persone con disabilità che vogliono vivere da sole non possono accedere alle misure della 112, perché è necessario che siano in due. Questo preclude l’accesso a molti".

Federica Pacella