Da inizio anno si contano 559 vittime sul lavoro in Italia: tra gennaio e luglio sono 430 in occasione di lavoro, durante lo svolgimento di un’attività (+4,4% rispetto a luglio 2022) e 129 in itinere, nel tragitto casa-lavoro o durante uno spostamento (-17,8% rispetto a luglio 2022). La Lombardia si conferma la maglia nera per il maggior numero di morti in occasione di lavoro (74). Seguono Veneto (40), Lazio (36), Campania e Piemonte (33). Partendo da questi dati Inail aggiornati al 31 luglio, l’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente di Vega Engineering ha calcolato l’incidenza degli incidenti mortali in relazione al totale degli occupati definendo regioni e province più a rischio.
Il risultato è una mappa con gli stessi colori definiti dal Governo durante l’emergenza Covid, dal rosso al bianco. Nei primi sette mesi dell’anno sono finite in zona rossa - con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (18,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) - Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria. La Lombardia è in zona gialla, con un’incidenza in linea con la media nazionale. Ma alcune province si sono colorate di rosso: è il caso di Sondrio che con 3 casi mortali da inizio anno presenta un’incidenza di 40,3 in relazione al totale degli occupati. Sforano anche Cremona, seconda con 5 infortuni con vittime e un’incidenza di 34,3, Lodi - 3 infortuni e un’incidenza di 29,8 - e Brescia: 15 incidenti in occasione di lavoro con un’incidenza di 2,7. Bergamo con 10 mortali e un’incidenza di 20,5 sulla popolazione lavorativa è in zona arancio, Milano si colora di giallo: i 22 casi con almeno una vittima hanno un’incidenza di 14,8, inferiore al 18, il valore medio nazionale. In zona bianca Varese, Pavia, Como, Mantova, Monza e Lecco, unica a quota zero (dal conto sono esclusi quelli in itinere).
Luca Balzarotti