Il camion dei restauri fa un guaio Porta di Sant’Agostino danneggiata

Bergamo, la volta dell’accesso a Citta Alta urtata dal “ragno” sul cassone. Danni e tempi di ripristino da quantificare

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Un blocco di pietra dell’arco che sembra sul punto di staccarsi. È solo un frammento dei danni, ben più gravi, all’arco di porta Sant’Agostino, lo storico accesso a Città Alta, risalente al Cinquecento. A causarli ieri mattina intorno alle 8 il passaggio di un mezzo pesante. Secondo una prima ricostruzione il camion dotato di ragno nel cassone e impegnato nel cantiere di restauro del chiostro del complesso monumentale di Sant’Agostino, dove ha sede l’università, nell’attraversare la porta ha urtato l’arco sul fronte sud della porta provocando il crollo di alcuni calcinacci, con blocchi di pietra pericolanti.

Il camion era in uscita dal centro storico quando ha urtato la volta della porta, provocando la caduta di materiale. La volta era stata sistemata dal Comune nel 2017 proprio dopo un incidente simile (la porta venne chiusa al traffico per oltre sei ore). La Polizia locale e i vigili del fuoco sono subito intervenuti per deviare il traffico e mettere in sicurezza la porta. Lungo viale Vittorio Emanuele ieri mattina si sono formate lunghe code.

Nel primo pomeriggio è stato montato un ponteggio per prevenire eventuali ulteriori distacchi di materiali: per questo motivo per qualche giorno il transito sarà vietato ad autobus (anche quelli del trasporto pubblico) e autocarri. Il transito agli altri veicoli è stato consentito ieri sera dopo le 18 con la parziale riapertura della porta. La Polizia locale ha sanzionato l’autista del camion che ha danneggiato la porta: il mezzo, infatti, non ha rispettato il limite di altezza consentito (pari a 3,5 metri) per l’ingresso in Città Alta. Il cassone dell’autocarro è complessivamente risultato alto 3 metri e 98 centimetri. Iniziata la conta dei danni. Una volta quantificati, finiranno in un conto che verrà successivamente presentato all’impresa per la quale era al lavoro il mezzo pesante.

Francesco Donadoni