FRANCESCO DONADONI
Cronaca

I cinque milioni del centro islamico. L’ex capo deve restituire i soldi

La Cassazione chiude il caso della nuova moschea: respinto il ricorso del cardiologo giordano. Acquistò un capannone e parte della cifra la versò su due conti correnti. Era stato condannato in Appello.

I cinque milioni che, nel 2015, la Qatar Charity foundation spedì a Bergamo per realizzare la sede del centro culturale islamico, vanno restituiti: respingendo il ricorso della difesa (avvocati Perla Sciretti ed Enrico Mastropietro), la Cassazione ha confermato la sentenza d’appello per cui il cardiologo giordano Imad El Joulani, assolto in primo grado dal reato di truffa, fu ritenuto responsabile civile e, dunque, tenuto a restituire la somma.

Con 2,7 milioni aveva acquistato un capannone in via Santi Maurizio e Fermo, mise il resto su due conti della sua Tecno Cib. L’uno e gli altri sono sotto sequestro, come già chiesto dalle parti civili, la Qatar Charity foundation e il Centro culturale islamico di Mohamed Saleh. Serviranno a risarcire, con un’asta.

El Joulani era accusato di aver giocato su un equivoco: ottenne il denaro da presidente del Centro culturale islamico, ma lo utilizzò per la Comunità islamica da lui fondata. Era finito a processo perché, secondo l’accusa, nel giugno del 2015, dopo aver ottenuto a nome del Centro culturale islamico una donazione di 4 milioni e 981mila euro dalla Qatar charity foundation (Qcf), prospettando falsamente la realizzazione di una nuova moschea in via Baioni, aveva costituito un’altra associazione denominata Comunità islamica di Bergamo e proceduto all’acquisto di un terreno e di un capannone, utilizzando le somme nel frattempo erogate dalla Qcf, per il tramite di Ucoii (Unione comunità islamiche d’Italia). In questo modo si sarebbe procurato un ingiusto profitto a danno del Centro culturale islamico cui le somme erano destinate.

Assolto in primo grado (la pm Carmen Pugliese aveva chiesto 2 anni e due mesi per truffa), pur con le perplessità del giudice Bianca Maria Bianchi sulla facilità con la quale il cardiologo giordano era riuscito a ottenere quell’ingente somma, El Joulani fu invece condannato in Appello, accogliendo l’impugnazione delle parti civili, Fondazione e Centro culturale islamico di Mohamed Saleh.