ARDESIO (Bergamo), 24 novembre 2024 – Ancora una protesta di un gruppo di migranti ospiti nella Bergamasca. Dopo quella dell’11 novembre dei profughi ospiti a Romano di Lombardia, questa volta è toccato a una trentina di persone ospitate in una struttura a Gromo, in alta Valle Seriana. Lunedì si sono radunati pacificamente fuori dalla caserma dei carabinieri di Ardesio per chiedere aiuto alle autorità italiane e il rispetto dei loro diritti. “È arrivato il freddo e il riscaldamento della struttura dove viviamo non funziona - hanno detto -. Non abbiamo vestiti adeguati per coprirci. Anche il cibo non è abbastanza. Tra di noi ci sono alcune persone malate, ma non hanno la possibilità di curarsi. Vogliamo imparare la lingua italiana, ma non abbiamo la possibilità di andare a scuola. Da giugno non riceviamo il pocket money (il contributo in denaro che viene erogato ai migranti per le loro spese personali, ndr) e quindi non abbiamo i soldi per comprare il biglietto dell’autobus per andare a scuola. Non possiamo nemmeno lavorare perché non abbiamo la carta d’identità”.
La risposta dei responsabili
Immediata la replica dei responsabili del centro che ospita i migranti a Gromo, complessivamente 80 persone. “Per quanto riguarda il freddo, tutto dipende da un guasto a una delle caldaie che servono la struttura. Alcuni migranti utilizzano dei fornelli che purtroppo hanno provocato un cortocircuito e una delle caldaie, quella utilizzata per il riscaldamento, si è guastata. Abbiamo chiamato il tecnico per aggiustarla e purtroppo non è stato possibile risolvere subito il problema. In merito alla questione pocket money, stiamo aspettando i soldi dal governo. È una situazione comune in tutta Italia. Appena i soldi arrivano vengono consegnati immediatamente ai migranti”. Anche rispetto a medicine e cibo, i responsabili del centro hanno chiarito la situazione. “Chi è malato riceve assistenza medica. Quando c’è bisogno di medicinali, vengono acquistati. Il cibo? I migranti hanno da mangiare a sufficienza. Il cibo non manca di certo”. Intanto la sindaca di Gromo, Sara Riva, ha scritto al prefetto di Bergamo e all’Ats chiedendo che siano accertate “le condizioni di abitabilità dell’immobile che ospita i profughi e le condizioni igienico-sanitarie in cui vivono”.