
La casa circondariale di Bergamo a cui sono destinati i fondi raccolti
Bergamo, 24 giugno 2025 – Un risultato che è andato oltre le aspettative. La raccolta fondi lanciata a maggio dall’Ordine degli avvocati di Bergamo, in favore della casa circondariale di via Gleno, si è chiusa a quota 29.100 euro, somma che sarà destinata in parte all’acquisto di beni di prima necessità (abbigliamento e prodotti come sapone, shampoo e docciaschiuma, ma anche materiale da utilizzare per migliorare gli spazi all’interno del carcere) e in parte a procurare occasioni di lavoro e reinserimento sociale dei detenuti.
In particolare, verranno create delle borse di lavoro, somme mensili da 200 euro che consentiranno al detenuto che può godere della semilibertà di andare a lavorare.
Il tutto in collaborazione con la Fondazione Don Resmini di Sorisole. “Il lavoro, infatti – spiega Giulio Marchesi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo – è la chiave principale per far sì che le persone non tornino più in carcere”.
Le toghe orobiche si erano attivate, dopo un incontro con la direttrice del carcere, Antonina D’Onofrio, alla luce delle croniche difficoltà patite da chi vive la propria quotidianità nella detenzione.
“Abbiamo raggiunto un obiettivo importante, che è andato al di là delle nostre attese – prosegue Marchesi –. All’iniziativa hanno aderito non solo gli avvocati, ma anche altre realtà del territorio: i Club Rotary del Gruppo orobico 1, la Fondazione Mia, la Bcc Bergamasca e Orobica, famiglie private”.
I club Rotary hanno donato anche una macchina per il compostaggio, utile per lo smaltimento dei rifiuti umidi da impiegare nel laboratorio di orticoltura interno alla casa circondariale. Sono stati raccolti, inoltre, dei materiali necessari per effettuare dei lavori di manutenzione nella struttura penitenziaria, in modo da migliorare alcuni degli spazi.
Intanto a Botticino, nel Bresciano, è stata inaugurata “La Breccia”, una comunità sperimentale sociosanitaria, di cui usufruirà anche il territorio bergamasco che fa parte del distretto giudiziario di Brescia, pensata specificamente per l’inserimento di minori e giovani adulti in carico alla giustizia minorile e con disagio psichico o disturbi da uso di sostanze. I posti, per ora, sono solo dodici. La struttura, gestita dalla Fondazione Eris, è una delle tre attivate in Lombardia, le altre due sono tra Pavia e Como.