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Uccise il rapinatore, Salvini al Quirinale chiede la grazia per Antonio Monella

Il leader del Carroccio: «Penso che la legittima difesa sia un diritto e spero che il Presidente della Repubblica ci dia una mano a liberare un uomo che si è pentito e che dovrebbe stare a casa e non in galera» di Michele Andreucci

Matteo Salvini con Antonio Monella (DePascale)

Arzago d'Adda (Bergamo), 16 luglio 2015 - Torna a far parlare il caso di Antonio Monella, impresario edile di 55 anni che la notte tra il 5 e il 6 settembre 2006 uccise, sparando una fucilata dal balcone, un ladro albanese di 19 anni che, dopo essere entrato nella sua proprietà, una villetta in via Verga, ad Arzago d’Adda, gli stava rubando l’auto, una Mercedes parcheggiata in giardino. Ieri mattina il leader della Lega Nord, Matteo Salviniha presentato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la richiesta di grazia per Antonio Monella.

«Penso che la legittima difesa - ha spiegato Salvini a Montecitorio, al termine dell’incontro con il capo dello Stato - sia un diritto e spero che il Presidente della Repubblica ci dia una mano a liberare un uomo che si è pentito e che dovrebbe stare a casa e non in galera». Monella, condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione, è in carcere a Bergamo dal 9 settembre scorso. Ci è entrato presentandosi spontaneamente quando la condanna è diventata definitiva, dopo 8 anni e 2 giorni dai fatti. Incensurato, non si era mai allontanato da casa. Dopo il 25 febbraio, giorno della sentenza definitiva da parte della Corte di Cassazione, era riuscito a strappare al Tribunale di sorveglianza sei mesi di stand bay e nei mesi successivi erano state raccolte 10mila firme bipartisan a sostegno della grazia. Poi, la decisione di rompere l’attesa e presentarsi spontaneamente alla casa circondariale di via Gleno.