
Giorgio Gori
Bergamo, 19 giugno 2020 - "Dal momento in cui l'Iss ha posto il problema di istituire una zona rossa a Nembro e Alzano al momento in cui il governo ha deciso di istituire la zona arancione in tutta la Lombardia, sono passati cinque giorni. In quei giorni c'è stato un dibattito, un rimpallo di responsabilità fra governo e Regione. Per me hanno responsabilità entrambi, perché nessuno ha avuto il coraggio di prendere quella decisione". Lo ha detto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, a un evento trasmesso in streaming
"Il governo si è infilato in un confronto con il Comitato tecnico scientifico, ha mandato l'Esercito e si è ritrovato in mano dei numeri che indicavano che non sarebbe bastato chiudere Nembro e Alzano, perché il contagio era molto più esteso, e quindi bisogna pensare alla Lombardia. Ed è quello che ha fatto fra il 7 e l'8 marzo", ha ricordato Gori. La Regione Lombardia, "si è confrontata con il governo e il 7 marzo il governatore Fontana ci disse di aver parlato con i suoi costituzionalisti, che gli avevano detto che lui non aveva i poteri per fare la zona rossa. E quindi ha detto di dover aspettare il governo", ha aggiunto. "I fatti hanno mostrato che i governatori dell'Emilia Romagna, del Lazio, della Calabria, della Campania hanno fatto le zone rosse senza la firma del governo. Sono portato a dire che quello era un modo che la Lombardia ha usato per sflilarsi dalla responsabilità di decidere, anche se non dubito che gli esperti di diritto costituzionale abbiano detto a Fontana quello che ci ha riferito. Col senno di poi credo che la Lombardia potesse istituire la zona rossa".