Non basta aumentare le borse di specializzazione per rimpinguare le fila dei camici bianchi, di cui oggi si avverte una forte carenza, soprattutto nella medicina di emergenza-urgenza. Secondo i dati raccolti da Associazione liberi specializzandi (Als), con Anaao Giovani e GMI, in Lombardia non è stata assegnata ben una borsa di specializzazione su 4, circa il 25%, leggermente inferiore al 27,7% nazionale.
Per quanto riguarda le singole università lombarde, quella dell’Insubria vede una percentuale di non assegnazioni nel complesso pari al 38%, mentre Brescia è al 23,6%, Milano (Statale) poco sotto il 22%, Milano Bicocca al 25% come Pavia, mentre Milano Humanitas e Milano San Raffaele sono sotto il 20%. Preoccupa soprattutto la scarsa assegnazione di contratti sulla medicina di emergenza e urgenza: tra le scuole di specializzazione lombarde, ad esempio, c’è il 100% di non assegnazioni al San Raffaele, l’80% in Humanitas, il 77% a Pavia ed Insubria, il 69% a Brescia, 57% Milano e 50% Milano – Bicocca. "Noi stiamo facendo di tutto per migliorare l’occupazione dei posti – spiega Massimo Minerva, fondatore e presidente di Als, che, dati alla mano, aveva previsto quella che, in alcuni casi, si figura come una debacle –. Avevamo detto al Ministero (dell’Università e del Merito, ndr.) che uno dei sistemi per incrementare le assegnazioni è quello di aumentare gli scaglioni di scelta". Questo perché nel “match” tra candidati e posti non sempre le preferenze combaciano con le disponibilità, per cui più si aprono possibilità di scelta in base ai posti rimasti, più si aumenta la probabilità di assegnazione. "Nel 2021 c’erano stati 9 scaglioni ed i posti non presi erano stati il 10%. Nel 2022 sono stati 5 con il 15% di non assegnazioni. Quest’anno gli scaglioni sono stati solo 3 e siamo quasi al 28% di posti non presi, a cui poi si aggiungerà anche una quota di non iscrizioni, che in media sono il 15%. Avevamo chiesto di spostare le lezioni dall’1 novembre all’1 dicembre, proprio per evitare che tante borse non venissero assegnate. Sembrava esserci stata un’apertura, e invece nulla. Questo è il risultato: in un governo che dice che bisogna premiare il merito, credo che bisognerebbe anche punire il demerito". Per quanto riguarda l’emergenza-urgenza, per le tre associazioni si tratta di una vera e propria Caporetto, che avevano previsto che "il semplice aumento dei contratti stanziati in medicina d’emergenza, associata ad un aumento globale dei contratti ed in assenza di una riforma della formazione medica, avrebbe non solo non risolto il problema della carenza di specializzandi d’emergenza ma l’avrebbe addirittura peggiorata dandole il colpo di grazia".