MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Giulia e le altre vittime. Fiaccolata per dire basta

L’iniziativa a Bergamo venerdì dalle 18, con partenza in piazzale Marconi. Le organizzatrici: "Nel nostro Paese urge promuovere una cultura del rispetto".

Una fiaccolata per non dimenticare Giulia Cecchettin, la giovane di Vigonovo (Venezia), uccisa e abbandonata dall’ex fidanzato in un canalone del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Per dire no alla violenza sulle donne. Per far sì che, come ha detto Gino, il padre della giovane uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, dalla sua morte "nasca qualcosa di buono".

Anche Bergamo si mobilita per ricordare la ragazza, insieme a tutte le altre vittime della violenza maschile. Venerdì alle 18 è in programma, con partenza da piazzale Marconi alla stazione ferroviaria, una fiaccolata silenziosa che attraverserà il centro cittadino. L’iniziativa è di carattere spontaneo e non è collegata ad alcun partito o sigla, ma intende coinvolgere più persone possibili.

"Vogliamo radunare – spiegano le organizzatrici in un comunicato – più persone possibile, che condividano il dolore e la rabbia per l’ennesima donna uccisa da un uomo e il desiderio urgente di gridare: “Siamo stanche della violenza maschile“. Basta femminicidi. Anche nel nostro Paese urge l’affermazione e il sostegno alla promozione di una cultura del rispetto". Una volta partito, il corteo percorrerà viale Papa Giovanni XXIII, passerà da Porta Nuova per poi girare verso piazza Matteotti e proseguire per via XX Settembre, per poi concludersi in piazza Pontida.

Sulla vicenda, attraverso i social, è intervenuto anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ha chiesto che "l’educazione sentimentale entri nelle scuole". "Rispettare le donne – ha scritto – amarle innanzitutto rispettandole, riconoscendo la loro autonomia e l’integrità del loro corpo. Si può fare, milioni di uomini italiani lo fanno. purtroppo non tutti. E quei pochi che usano la violenza contro le donne, per non dire di quelli che le uccidono, sono sempre drammaticamente troppi. È necessario allora che gli uomini si mobilitino, e non solo le donne. Come padri innanzitutto, perché per educare i figli all’amore servono padri che non abdichino al loro ruolo".