Dare del "gioppino" al sindaco non è un’offesa: ecco perché

Il primo cittadino di Zanica Luigi Locatelli aveva querelato per diffamazione tre cittadini dopo la diffusione di un volantino

Luigi Locatelli, sindaco di Zanica

Luigi Locatelli, sindaco di Zanica

Siamo a Zanica . E nel paese del Gioppino, secondo la tradizione nata proprio qui, non poteva mancare un riferimento alla maschera bergamasca. E dare del Gioppino a qualcuno, si sa, potrebbe passare anche per offensivo, anche perché incarna un sempliciotto rozzo ma di buon cuore. È successo al sindaco di Zanica, Luigi Locatelli, e la sua Amministrazione per alcune scelte operate. Il primo cittadino ha querelato nel maggio 2019 Gisberto Magri, Siro Cereda e Giuseppe Traina, membri dell’associazione politica “Io amo la Lega“, considerati gli autori di alcuni volantini diffusi sul web e distribuiti in paese, nei quali si attaccavano alcune scelte dell’Amministrazione in campo urbanistico, in particolare sul nuovo stadio dell’Albinoleffe. Ricostruzioni ritenute dalla Giunta “false“ e fortemente lesive della propria immagine. Ieri mattina i tre imputati - difesi dall’avvocato Roberto Trussardi - sono stati assolti dal giudice Roberto Palermo dall’accusa di diffamazione, poiché il fatto non costituisce reato.

Durante il processo hanno rivendicato il contenuto di quei volantini negando però di averli scritti e stampati, nonostante alcuni indizi suggerissero il contrario. Nella denuncia presentata da Locatelli a nome del comune, rappresentato dall’avvocato Luigi Villa, ci sono i passaggi incriminati. Compresa una frase: "Ma perché votare ancora gente del genere? Votiamo ól Giupì, piuttosto, non il Giopì". Il nome del sindaco, però, non compare esplicitamente. "Una lettura asettica della frase porta a pensare che non ci si riferisca a lui, in quanto chi è sindaco detiene effettivamente il potere", è stata una delle osservazioni dell’avvocato Trussardi. Il giudice gli ha dato ragione.