REDAZIONE BERGAMO

Omicidio di Albano, una nuova pista: esclusa l’ombra della mafia cinese

Il delitto di Hu Zhijun sarebbe legato all’attività della sala slot di ROCCO SARUBBI

Per gli inquirenti l’omicidio di Zhijun Hu potrebbe essere una vendetta nei confronti di qualcun altro

Albano Sant'Alessandro, 7 giugno  2016 - Il movente potrebbe essere quello dei soldi. E le indagini si stanno concentrando proprio sulla sala slot “Las Vegas”, di Albano Sant’Alessandro, locale che Hu Zhijun – cinese 23enne, di Albano, ucciso nella notte di giovedì 21 aprile con due colpi di pistola calibro 9 alla schiena, sparati da distanza ravvicinata –, gestiva e dove lavorava. In pratica era la sua seconda casa.

Hu Zhijun nella sala slot ci passava gran parte della giornata: dalle 10 del mattino fino a mezzanotte. Molte volte non si allontanava nemmeno per andare a mangiare, come racconta chi lo conosceva. Le modalità con cui è stato eliminato (il giovane era stato rapito, portato via dalla sala giochi, ucciso altrove e poi abbandonato e incaprettato in un sentiero nella Valle d’Argon) sin da subito avevano fatto pensare che l’omicidio fosse opera della mafia cinese che si sarebbe vendicata su un ragazzo come puro atto dimostrativo. Ma dopo i primi timidi passi in quella direzione, i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dal pm Gianluigi Dettori, che si occupa del caso, paiono decisamente escludere quella ipotesi.

Una conferma è arrivata direttamente dal colonnello Biagio Storniolo, durante la festa dell’Arma: non è stata opera di mafia cinese. La pista su cui ora si è concentrati è quella legata proprio alla sala giochi. O meglio alle persone che ci stanno dietro, che sono sempre di nazionalità cinese. Il locale era stato rilevato da un cugino di Hu e da una socia connazionale nel 2013. Hu era stato mandato ad Albano Sant’Alessandro per gestirla. Pare che proprio la socia, che risiede a Venezia, avesse intenzione di chiuderla. A quel punto però Hu sarebbe rimasto senza lavoro, un problema che si doveva risolvere. Non è eslcuso che proprio in questa decisione possa essere sorto un forte dissidio, un contrasto nato tutto all’interno della comunità cinese e risolto con l’eliminazione del 23enne. E già questa sarebbe una svolta non di poco conto per la soluzione del delitto.

Sempre in tema di omicidi rimasti irrisolti, il colonnello Storniolo ha precisato che si sta lavorando per risolvere quello dell’albanese ammazzato a Treviglio, un delitto maturato nell’ambito del traffico di droga. Inoltre continuano le ricerche del complice dell’ucraino arrestato per l’assassinio del connazionale, morto carbonizzato e abbandonato nel bagagliaio dell’auto ad Albino. Sicuramente verranno fatti altri accertamenti per quanto riguarda la terribile fine di Gian Mario Jimmy Ruggeri, 44 anni, fratello dell’ex presidente dell’Atalanta, Ivan, freddato il 28 settembre 2013 da due sicari mentre stava entrando in palestra a Castelli Calepio.