
Franco Pini in Kenya
Ponteranica, 19 febbraio 2016 - Il grande evento è fissato per lunedì prossimo, e sarà una festa che coinvolgerà l’intero villaggio: a Nyagwethe, sulle rive del lago Vittoria in Kenya, nel cuore dell’Africa, verrà benedetta la nuova parrocchia. Per le circa 4mila persone che abitano nel circondario non è un appuntamento di poco conto. La chiesa e i locali annessi, dove peraltro già da qualche tempo si svolgono il catechismo e la preparazione alla Comunione per i bambini e gli adulti che vogliono convertirsi alla fede cristiana, costituiscono infatti l’ultimo tassello del grande sogno di Franco Pini, bergamasco doc, classe 1932, che in quel luogo per molti sperduto, racconta, arrivò nel 1982 «con due aspirine in tasca. E me ne sono innamorato».
Da allora, ogni anno, il suo tempo è scandito con meticolosa regolarità: alternativamente tre mesi a Ponteranica, dove è nato, e tre in Kenya. Per tornarvi servono ogni volta 10 ore di volo, due scali, una notte a Nairobi e 400 chilometri per arrivare a destinazione su strade con pochissimo asfalto e profondi avvallamenti, che Pini conosce ormai a memoria. Nyagwethe sorge sulla cima di una collina: poco più di trent’anni fa non contava neppure 700 abitanti; oggi sono sei volte tanto perché il “vecio” alpino, come Franco Pini è – con lo spirito solidale delle penne nere che si porta inscritto nel dna – in tutti questi anni ha costruito un asilo, le scuole, aule per l’avviamento al lavoro dei giovani e un ospedale. Il college, utile a chi sceglierà di proseguire gli studi (bambini e ragazzi in età scolare sono complessivamente 1.300), è in fase di completamento.
Quando si scoprì che l’acqua di una fonte sorgiva della zona era potabile, Pini, da pensionato, si rimise persino a lavorare per trovare i 13 milioni di vecchie lire necessari alla costruzione dell’acquedotto: oggi, nelle case di Nyagwethe l’acqua scende dal rubinetto. E adesso, appunto, la parrocchia. «Sono contento della mia vita – racconta Franco Pini, che per la sua gente ha anche rischiato di morire di malaria – perché ho realizzato i progetti che avevo in mente. E c’è ancora tanto da fare. Alla comunità parrocchiale tenevo, però, in maniera speciale: dopo aver dedicato tanti anni alla cura delle necessità materiali, era tempo di occuparsi di quelle spirituali». Al suo fianco, anche da lontano, ci sono sempre gli amici bergamaschi e italiani che sostengono la Onlus da lui fondata (www.francopini.it; conto corrente bancario 3/300654/51 della Banca di Credito cooperativo di Sorisole, Iban IT83P0886953360000000300654) e ai quali, per l’occasione solenne, ha chiesto “un ricordo nella preghiera”. «C’è gran fermento per la giornata di lunedì – conclude Pini – e sono certo che con noi, a festeggiare, ci sarà anche un pezzo del grande cuore di Bergamo».