Federica Brignone, la campionessa green volontaria in montagna: "Io, ambientalista fin da bambina. Mi spaventa il ritiro dei ghiacciai”

Clusone, la sciatrice con “Plastic Free Onlus”: raccolto un quintale di rifiuti. "La natura lancia Sos. Sempre più atlete sensibili alla crisi climatica: ogni gesto è importante"

Federica Brignone, 33 anni, tre medaglie olimpiche e Coppe del mondo di sci

Federica Brignone, 33 anni, tre medaglie olimpiche e Coppe del mondo di sci

Clusone (Bergamo) – «Io con la natura ci vivo e ci “lavoro“ (sorride, ndr ). Faccio tutto quello che posso all’aria aperta, sia in montagna sia al mare. Mi piace. Ci credo". Brignone la campionessa. E Federica l’ecologista. Federica Brignone è stata la testimonial dell’evento di clean up organizzato a Clusone (Bergamo) da Caffè Borbone, sponsor della fuoriclasse azzurra dello sci, in collaborazione con Plastic Free Onlus, organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica che quest’anno estenderà l’attività di risanamento ambientale su più città in diverse regioni d’Italia. Brignone, una delle più grandi atlete di sempre nello sport italiano, ieri mattina ha messo i guanti, ha preso un sacco giallo e assieme ad altri cinquanta volontari ha contribuito a raccogliere un quintale di rifiuti nella pineta di Clusone. E lo ha fatto con la semplicità di chi è stata educata fin da piccola a comportarsi civilmente e ad avere cura e attenzione per la natura.

Federica, qual è il suo rapporto con l’ambiente?

"Bello, e stretto. Fin da bambina, grazie all’educazione ricevuta dai miei genitori, sono sempre stata rispettosa nei confronti della natura. Diciamo che è un riflesso istintivo, essendo abituata a tenere comportamenti corretti fin dalla tenera età".

Nel 2017 ha dato vita anche a una sua iniziativa.

"Sì, “Traiettorie liquide“ è un progetto che vuole sensibilizzare le persone, dare consigli su tutto ciò che concerne il problema ambientale, sul poco rispetto per la natura, sul cambiamento climatico. Una traiettoria è stata dedicata al grave problema dello scioglimento dei ghiacciai. Ogni volta che andiamo ad alta quota, anche per gli allenamenti, constatiamo un ritiro clamoroso e purtroppo impietoso dei ghiacciai. Dove sciavo da bambina, per dire, non c’è più nemmeno la pista, la neve è scomparsa, c’è solo roccia. Sul Monte Bianco, poi, è incredibile quel che è successo negli ultimi 30 anni: la ritirata è palese, percepibile a vista d’occhio".

Nel mondo dello sci c’è attenzione a queste problematiche?

"Ci sono sempre più atlete che nei loro gesti quotidiani mettono cura e attenzione. La sostenibilità ambientale è importantissima. Tra l’altro, i miei sponsor hanno un fil rouge comune: tutti dimostrano grande sensibilità ambientale. Uno dei punti chiave della loro politica aziendale è proprio quella della sostenibilità a 360° gradi".

Vogliamo fare anche un bilancio della sua ultima, straordinaria stagione?

"È stata fantastica. Sono molto orgogliosa perché sono riuscita a vincere in condizioni particolari e difficili, quando c’era da tirar fuori quel qualcosa in più, a fare dei recuperi importanti. È stata una stagione incredibile anche dal punto di vista dell’orgoglio e del carattere. Sono riuscita a esprimermi in maniera speciale, mi sono emozionata e sono riuscita a coinvolgere la gente che mi ha seguito".

Cosa chiede alla prossima stagione?

"Per essere competitiva devo stare bene. Spero di riuscire a lavorare con continuità in estate e in assoluta tranquillità dal punto di vista della salute".

Guardiamo un po’ più avanti. Pensa già a Milano Cortina 2026, alle Olimpiadi italiane?

"No, affatto. Ovvio che il pensiero mi stuzzichi, ma i Giochi sono fra due stagioni: insomma, c’è tempo. Sarebbe stato il massimo se fossero state nel 2025 o addirittura quest’anno, vista la mia condizione atletica. Nello sci il rischio è altissimo, bisogna sempre cercare il limite: è un obiettivo irrinunciabile. Se non cerchi il limite, negli sport invernali sei finito: non ha senso gareggiare. Bisogna ragionare stagione dopo stagione".