
Ex Senatore di Forza Italia assolto in Appello: "Fatto non sussiste
L’ex senatore di Forza Italia ed ex assessore provinciale all’Urbanistica, Enrico Piccinelli, 58 anni, è stato assolto in Appello dall’accusa di corruzione "perché il fatto non sussiste". La decisione ieri. I giudici bresciani hanno ribaltato la sentenza di 1° grado che aveva condannato l’ingegnere a 5 anni. L’accusa era di avere intascato, nel 2014, una tangente da 275 mila euro in più tranche per fare approvare in Provincia il Pgt di Foppolo. Piano che passò, ma con la bocciatura di imponenti interventi edilizi che il Comune sperava di fare passare. La Procura generale aveva chiesto la conferma della condanna, mentre gli avvocati Mauro Angarano e Gianluca Quadri erano tornati a invocare l’assoluzione piena. Piccinelli era in aula e alla lettura del dispositivo. Per l’accusa, pm Silvia Marchina e Carmen Santoro, quella tangente da 275mila euro in 3 tranche rappresenta un pagamento finalizzato a sbloccare i Pgt di Foppolo e Valleve con le loro cubature oltre ogni limite di legge, con un gruppo di imprenditori interessati allo sviluppo dell’area. Era stato il pm Gianluigi Dettori a istruire l’indagine come ulteriore sviluppo dell’inchiesta nata dall’incendio doloso alle seggiovie del Montebello, oltre 6 anni fa.
Ma partendo proprio da lì, l’inchiesta si ampliò tirando in ballo altri nomi, tra cui Piccinelli. Nei guai era finito anche l’ex sindaco di Foppolo, Giuseppe Berera ed era stato lui a parlare per la prima volta delle mazzette a Piccinelli, poi confermate da chi fece da tramite e si autoaccusò di avere consegnato il denaro: i fratelli Fulvio e Maria Cristina Boccolini, consulenti fiscali con passate frequentazioni in Forza Italia. All’epoca condividevano un ufficio con Piccinelli. La difesa aveva evidenziato come il capo di imputazione ignorasse il piano strategico "perché l’indagine lo ha ignorato". Spiegando che il metodo seguito ai tempi in Provincia era legittimo. F.D.