Il prof che ha incantato Benigni ora insegna Dante in televisione

Franco Nembrini rileggerà la Divina Commedia in 34 puntate di AGATA FINOCCHIARO

Franco Nembrini

Franco Nembrini

Trescore Balneario (Bergamo), 9 dicembre 2015 - Un po' Manzi, un po’ Benigni. Docente nella vita e (da lunedì) sul piccolo schermo come il primo, appassionato dantista come il secondo. «Magari avessi le doti divulgative di entrambi» si schermisce Franco Nembrini, 60 anni, cultore del sommo poeta da quando ne aveva 16. Docente di italiano e storia negli istituti tecnici della Bergamasca, in pensione da cinque anni, insegna all’istituto La Traccia di Calcinate, che ha contribuito a fondare, è autore e commentatore di testi su Dante e da lunedì protagonista del programma tv “Nel mezzo del cammin’’, 34 puntate, in onda su Tv2000 alle 21.

Come è nata la sua passione per Dante? «Sono stato folgorato dall’Alighieri sulla via di Bergamo. Sono il quarto di 10 figli, per esigenze familiari a 16 anni ho dovuto lasciare il liceo e trasferirmi da Trescore Balneario, dove vivevo, a Bergamo. In città ho iniziato a lavorare come garzone in una gastronomia, i titolari mi davano vitto e alloggio. Una sera, mentre stavo andando a dormire dopo una giornata di lavoro, mi chiesero di scaricare un camion appena arrivato. Mentre andavo su e giù per le scale del magazzino portando le casse di acqua minerale, ricordai le parole con cui il trisavolo Cacciaguida preannunciava a Dante che sarebbe andato in esilio a Verona. “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”. Mi sentii come Dante in esilio e scoppiai a piangere di gioia perché qualcuno, prima di me, aveva provato la mia stessa sensazione lontano da casa».

Franco Nembrini con Papa Benedetto XVI

Una passione, quella per Dante, che lei condivide col premio oscar Roberto Benigni. «È vero (sorride). Benigni mi telefonò il Lunedì dell’Angelo del 2004, mentre ero in missione in Africa con la scuola La Traccia. “Sono Roberto Benigni”, squillò la sua voce all’altro capo della cornetta. Credevo fosse il genitore di un alunno e lui scoppiò a ridere. Disse che voleva conoscermi perché aveva divorato in una notte i miei tre libretti su Dante. Mi invitò al suo spettacolo a Roma e da allora siamo amici».

Come sarà il suo Dante rispetto a quello portato in tv da Benigni? «Benigni è un grande attore, ha il merito di avere disseppellito Dante. Io sono solo un insegnante che fa un lavoro divulgativo attraverso la tv. Il mio obiettivo è parlare come ai ragazzi in classe, far gustare la Divina Commedia a chi non ha potuto studiare e non ha gli strumenti per fare critica testuale».

Come è nata questa trasmissione? «Mi ha contattato il direttore di Tv2000 perché avevano trasmesso i miei dvd su Dante e ottenuto ottimi indici di ascolto. Ci siamo incontrati ed è venuta fuori l’idea di una lettura della Divina Commedia attenta alla misericordia, che è il tema del Giubileo voluto da Papa Francesco».

Perché 34 puntate? «Le prime quattro sono dedicate alla Vita Nova, poi dieci sull’Inferno, dieci sul Purgatorio e altrettante sul Paradiso. Per la trasmissione ho preso spunto dalla petizione dei fiorentini, che nel 1373 chiesero al Comune una lettura pubblica del poema, allora chiamato “El Dante’’ per allontanare il popolo dal vizio e far perseguire la virtù. Fu chiamato Boccaccio a leggere il poema e fu lui a chiamarlo per primo Divina Commedia».

In studio lei avrà una platea di giovani, stavolta saranno loro a interrogarla su Dante. «Risponderò con le parole del Sommo Poeta, come dico sempre ai miei alunni: in Dante c’è tutto. Racconterò cosa mi ha insegnato l’Alighieri. La vera letteratura, come l’arte, è attualissima, parla al cuore della gente. E io farò lo stesso».