Dispersi, allarme rientrato Padre e figlio stanno bene

Lecco, “traditi” dal cellulare diventato muto. Hanno passato la notte in tenda

Dispersi, allarme rientrato  Padre e figlio stanno bene

Dispersi, allarme rientrato Padre e figlio stanno bene

PRIMALUNA (Lecco)

Mentre tutti li cercavano disperati temendo già il peggio, loro erano al sicuro e al caldo accampati in tenda. Domenica sera e per tutta la notte fino a ieri mattina i volontari del Soccorso alpino, i vigili del fuoco, i finanzieri del Sagf che è il Soccorso alpino della Guardia di finanza e sanitari di Areu dell’elisoccorso di Sondrio sono stati impegnati nelle riceche di papà di 36 anni e figlio di 12, due turisti inglesi che alloggiano in una struttura di Primaluna. A lanciare l’allarme è stata la moglie che da casa non riusciva più a mettersi in contatto con loro, perché il telefonino risultava spento o irraggiungibile: il marito l’aveva informata dell’intenzione di accamparsi in tenda con il loro figlio da qualche parte, ma non che probabilmente i loro cellulari non avrebbero avuto campo. Sono stati mobilitati una ventina di tecnici tra la stazione di Valsassina e Valvarrone della XIX Delegazione Lariana e della VI Orobica del Soccorso alpino lombardo. Con loro si sono messi in marcia pure i vigili del fuoco della squadra Saf specializzati negli interventi speleo alpini fluviali. Sono inoltre decollati per perlustrazioni aeree sia dalla base di Caiolo i soccorritori dell’eliambulanza di Areu di Sondrio, sia da Venegono i militari del Sagf che dispongono di apparecchiature in grado di localizzare gli smartphone a terra.

I soccorritori hanno dovuto battere a tappeto alla cieca, senza indicazioni utili un’area molto ampia, tra la Valsassina, il Pizzo dei Tre Signori e il rifugio Alberto Grassi, sul confine con la Val Brembana. Le ricerche con la task-force sono proseguite a oltranza fino a lunedì mattina, quando papà e figlio di ritorno dalla gita in notturna hanno telefonato ai familiari. "Poco dopo le 8 le due persone sono riuscite di nuovo a entrare in comunicazione con i familiari e ad avvisare che stavano bene", spiegano dal Soccorso alpino. Per evitare allarmismi e mobilitazioni inutili bisogna sempre informare qualcuno delle proprie intenzioni e dell’itinerario quando si va in montagna: vale per gli italiani ma anche per gli stranieri. Daniele De Salvo