
Mentre la discussione politica va avanti molto lentamente, accelera l’iter del progetto di depurazione dei reflui della sponda del Garda che prevede il doppio impianto a Gavardo e Montichiari con scarico nel Chiese. Giovedì a Brescia si è riunita la cabina di regia con la presenza del viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava, che ha incontrato anche il prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà in qualità di Commissario Straordinario. La riunione è stata presieduta dal direttore generale Ussri del Mase, Giuseppe Lo Presti. "Ringrazio il commissario – ha spiegato Gava - per l’importante occasione di confronto con enti ed amministratori. Il governo si impegna ad individuare le risorse necessarie al finanziamento delle restanti opere per una rapida e completa realizzazione degli interventi". I costi, infatti, sono lievitati da 114 a 202 milioni solo per la sponda bresciana, ma il Governo sarebbe, di fatto, disponibile ad incrementare la dotazione di 60 milioni (100 tra Brescia e Verona). Procede, quindi, l’iter per il doppio impianto a Gavardo e Montichiari con scarico nel Chiese, nonostante la profonda frattura creata sul territorio e nonostante non ci siano ancora gli esiti dello studio di Regione Lombardia sull’impatto dello scarico sul fiume Chiese. Le parole del viceministro (che ha detto di aver recepito le istanze dei Comuni gardesani) hanno innescato le reazioni dei territori su cui dovrebbero esser realizzati gli impianti. "In questa affermazione del vice ministro c’è tutta l’arroganza che ha sempre contraddistinto questo progetto", commenta Filippo Grumi, di Gaia Gavardo. Ricordando che nella cabina di regia non ci sono né Gavardo né Montichiari.Federica Pacella