Conferma la confessione l’ex fidanzato della figlia: la lite, poi le martellate

La prima confessione l’aveva fatta davanti ai carabinieri e al pm Maria Esposito che gli contesta l’omicidio aggravato dai futili motivi. Messo alle strette per via delle tante contraddizioni, Hamedi El Makkaoui, 22 anni origini marocchine, di Castelli Calepio alla fine aveva ammesso le proprie responsabilità: "Sono stato io". Ha ucciso Anselmo Campa, imprenditore di 56 anni, di Grumello del Monte, dopo averlo colpito con numerosi colpi di martello al capo. Come è emerso dall’autopsia effettuata ieri mattina al Papa Giovanni XXIII e svolta dal medico legale Luca Tajana. Una confessione piena che il giovane ha ripetuto anche ieri in carcere, davanti al gip, Vito di Vita durante l’interrogatorio di convalida.

Hamedi, Luca per gli amici, ha detto di aver litigato martedì sera con Anselmo, papà di Federica, la primogenita che per un periodo è stata fidanzata del 22enne. Ha raccontato di aver afferrato il martello dopo una lite iniziata per via della Renault Clio rossa che la vittima gli aveva dato in uso e, che di recente, chiesto di restituirgli. Campa aveva già trovato un acquirente. Assistito dall’avvocato Fabio Marongiu, El Makkaoui ha confermato che il giorno dell’omicidio era andato a trovare la vittima in via Nembrini per restituire alcuni oggetti dell’ex fidanzata.

Una volta in casa, i due hanno cominciato a parlare della Clio rossa, e Hamedi ad un certo punto avrebbe reclamato i soldi che lui aveva dato, sotto forma di pagamento una tantum, all’imprenditore. La discussione è degenerata, sono volati insulti, e a quel punto il 22enne ha afferrato il martello che si trovava su un ripiano e gli ha sferrato un colpo alla testa. Dopo il quale – è la versione fornita dal giovane -è scoppiata una colluttazione nel corso della quale Hamedi ha rifilato altri colpi.

Francesco Donadoni