Coinvolto nella gang delle rapine. Niente sconti di pena all’italiano

COMO Le sentenze, giunte a completamento di indagini articolatissime, avevano confermato ogni ipotesi: l’esistenza di due bande distinte di romeni,...

Coinvolto nella gang delle rapine. Niente sconti di pena all’italiano

Coinvolto nella gang delle rapine. Niente sconti di pena all’italiano

Le sentenze, giunte a completamento di indagini articolatissime, avevano confermato ogni ipotesi: l’esistenza di due bande distinte di romeni, organizzate per fare furti e rapine con modalità simili, spesso utilizzando auto ariete. Un centinaio di colpi contestati tra 2013 e 2014, due dei quali commessi nel Comasco, con il coinvolgimento dei soli due italiani finiti tra gli imputati. Per uno di loro, Massimo Broccoletti, 54 anni di Como, la Cassazione ha ora rigettato l’ultimo ricorso, rendendo irrevocabile la sua condanna a 5 anni e 8 mesi di reclusione.

Il procedimento riguarda la rapina commessa il 3 febbraio 2014 all’interno della sala giochi Piper Slot di Como, attribuita a quattro romeni e a due italiani, tra cui Broccoletti. Quella notte la banda aveva fatto irruzione a tarda ora, quando c’era solo il titolare. Gli avevano legato le caviglie e i polsi con del nastro adesivo dopo averlo fatto stendere sul pavimento, sotto la minaccia di una pistola, sottraendo 7.300 euro presi dalla cassa e dalle macchinette, ma anche auto, telefono e portafogli della vittima. Ma il comasco ha fatto ricorso alle due sentenze di primo e secondo grado, sostenendo una erronea valutazione delle prove acquisite nel corso del dibattimento, "l’inverosimiglianza delle dichiarazioni rese da un teste, che aveva riferito della disponibilità, da parte di uno dei rapinatori, di una pistola pur avendo spiegato di essere stato immobilizzato in posizione supina", contestando quindi il riconoscimento dell’aggravante.

Tuttavia la Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo "inammissibile perché articolato su censure manifestamente infondate", e confermando invece la fondatezza delle sentenze di primo e secondo grado.

Paola Pioppi