LUCA MIGNANI
Cronaca

Bonus 600 euro, Galizzi: "Era mio diritto e non mi dimetterò"

Il consigliere regionale leghista di San Giovanni Bianco non ha alcuna intenzione di dimettersi. "La colpa è di chi ha fatto la norma".

di Luca Mignani

"Non ricordavo di averlo chiesto, non erano state date linee guida contrarie, non mi dimetto". Alex Galizzi, consigliere regionale leghista di San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo, ha ammesso di aver ricevuto il bonus Covid per le partite Iva. Vice presidente della commissione speciale antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità, Galizzi fa parte: della seconda commissione permanente affari istituzionali; della quarta commissione permanente attività produttive, istruzione, formazione e occupazinone; della commissione speciale montagna e di quella per la situazione carceraria lombarda.

Galizzi, perchè ha richiesto il bonus?

"Non ricordavo nemmeno più di averlo fatto. Si tratta di un’attività nel ramo dell’informatica. Il mio socio mi ha detto che in prima battuta gli avevo detto di non procedere. In un secondo momento, di fretta, gli ho invece dato l’ok mentre stavo salendo in macchina".

La ritiene una scelta opportuna da parte di un politico?

"Non mi sento in colpa per aver ricevuto uno sconto dall’Inps su ciò che ogni anno verso. Bastava mettere un limite sul reddito dell’anno precedente e non ci sarebbero stati problemi. Se viene data una possibilità al cittadino, un diritto, perchè non fare la richiesta? Un consigliere guadagna 8mila euro netti mensili, ma ci sono anche spese da sostenere, i contributi volontari, la famiglia. Io ho cinque commissioni. Sono a Reggio Calabria per supportare la campagna elettorale comunale. E per la politica non riesco a star molto dietro al mio lavoro".

Pensa di rimettere il mandato?

"Perchè dovrei? Non me lo ha chiesto nessuno a parte lei. Ci sarà probabilmente una sospensione. Salvini vorrà parlarmi? Parleremo. Quando hai un’attività problemi e spese sono tanti, ripeto. Durante il periodo più difficile del Covid ho aiutato moltissima gente, dando servizi in montagna: sempre presente, teleassistenza, servizi anche gratuiti a persone che non sapevano come fare. E ora si alza un polverone per 600 euro. C’è una mentalità accusatrice e discriminatoria che ci sta rovinando. Il pericolo è che chi lavora non meriterà più nulla".

Ora è al centro della bufera, però...

"Sì, ma per cosa? Da sempre sostengo che Inps ed enti statali non sono in grado di gestire in modo adeguato i fondi a disposizione. E allora quello che posso lo gestisco io! Questo è un sistema che può permettersi di accusare? Loro provvedono a fare le norme e poi si lamentano se vengono utilizzate?".

Se potesse tornare indietro, rifarebbe la richiesta?

"Le rispondo sinceramente, probabilmente chiederei al gruppo la linea adottata. Ma non c’era nessuna linea, nessuna preclusione. Non l’ho fatta io fisicamente, non mi occupo di queste cose. Peraltro era un mio diritto. Da sempre tutti ci lamentiamo che nei palazzi non si producono norme adeguate. E poi proprio chi le ha ideate vuole rinnegare chi le utilizza. Assurdo!".

Quindi ritiene di essere nel giusto?

"Se una volta nella storia lo Stato ti restituisce una minuscola quota del tuo denaro tentano di screditarti come un furbo o un delinquente. In Regione non ci sono vitalizi nè previdenza sociale e quest’ultima è a esclusivo carico di coloro che al di fuori hanno un lavoro. Non ci sto a questa antipolitica e mi dispiace... Credo che i problemi veri siano altri!".

Il capogruppo leghista in consiglio regionale lombardo Roberto Anelli è intervenuto sul tema: "Salvini ha dichiarato che tutti coloro che hanno preso il bonus saranno sospesi e io credo che chi ne ha usufruito ha commesso una grande ingenuità".