Festeggiamenti a Orio e trasferte, il Bocia "non ha violato il Daspo"

Claudio Galimberti, storico capo ultrà della Curva Nord dell'Atalanta, assolto per quattro episodi

Claudio “Bocia“ Galimberti

Claudio “Bocia“ Galimberti

Bergamo - È stato assolto da tutti e quattro i capi d’imputazione Claudio “Bocia“ Galimberti, 48 anni, storico capo ultrà della Curva nord, che oggi vive nelle Marche. Per il giudice Laura Ruggeri non ha violato il Daspo negli episodi del 2018 per cui era a processo. Il pm aveva chiesto per lui 3 anni e tre mesi più 15mila euro. E tre anni per l’altro imputato, il tifoso Alessandro Quadri, per un episodio. Il primo risale al 6 gennaio, l’Atalanta gioca all’Olimpico contro la Roma. Ad attendere i giocatori a Orio, c’erano 4mila tifosi. Le telecamere dello scalo inquadrano sia Galimberti che Quadri. Ma la partita, rilevano gli avvocati Andrea Pezzotta (che assiste Galimberti) e Federico Riva (per Quadri), è finita da oltre tre ore: il fatto non sussiste.

Il secondo episodio è la trasferta a Dortmund del 15 gennaio: tra i tifosi c’è il Bocia, che si trovava vicino all’Infopoint dello stadio 7 ore prima del fischio di inizio. Il giudice ha deciso per la non procedibilità: il reato sarebbe stato commesso all’estero. Poi, il 7 febbraio, l’episodio del Baretto fuori dallo stadio: il Bocia è lì (all’epoca la titolare era la sua fidanzata) mentre la Primavera affronta il Milan. "Il divieto riguarda la prima squadra" aveva detto. Il giudice lo ha assolto perché il fatto non costituisce reato. Infine il viaggio in auto con altri tifosi diretti a Benevento, il 18 aprile. "Ma sono sceso nel Lazio, per incontrare alcuni amici".