FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Bergamo, uccide a martellate per un’auto il padre della ex fidanzata e chiede scusa: rischia 24 anni

Vittima l’imprenditore di Grumello Anselmo Campa, 56 anni, aggredito nella sua casa, l’accusato è l’ex della figlia

Hamadi El Makkaoui, 26 anni

“Non posso chiedere perdono, ma scusa. La colpa è solo mia". Rilascia dichiarazioni spontanee. Ha scritto una pagina. Seduto tra i suoi difensori, Hamadi El Makkaoui, 26 anni, marocchino, legge. È a processo per l’omicidio dell’imprenditore Anselmo Campa, 56 anni, ucciso a martellate nella casa di Grumello, la sera del 19 aprile 2021. "Anselmo mi ha voluto bene, trattato come un figlio e in lui avevo trovato una figura paterna – legge El Makkaoui – volevo confessare ciò che avevo fatto, ma non sono riuscito per la vergogna. Chiedo scusa alla famiglia. Non posso chiedere perdono ma scusa per il dolore causato. Ho un senso di colpa soprattutto verso la mia ex (Federica, figlia di Campa) che ha vissuto questa vicenda come una sua responsabilità. La colpa non è sua, ma è mia".

Si commuove. Il pm Maria Esposito ne ha chiesto la condanna a 24 anni. Un delitto per futili e abbietti motivi secondo il pm: il giovane, che per 6 anni era stato fidanzato di Federica, quel giorno si era recato a casa dell’imprenditore per farsi riconsegnare denaro che aveva versato (5-6mila euro) per l’acquisto di una Renault Clio che la vittima aveva acquistato e data in uso alla figlia e all’imputato, quando stavano assieme. Ma quando il rapporto si concluse l’auto fu restituita a Campa. Ma per l’accusa il caso-auto è un pretesto: il movente è nella spasmodica ricerca di denaro del 26enne per acquistare cocaina e per il gioco d’azzardo di cui era diventato un ludopatico.

Ecco come si spiegano i futili e abietti motivi. "Quel giorno aveva chiesto a Campa 500 euro perché gli servivano per la droga e per ripianare i debiti di gioco", ha detto il pm. Ma ritiene le aggravanti equivalenti alle attenuanti perché ha confessato, collaborato, ha permesso di recuperare l’arma, si è detto pentito. La difesa, avvocati Roberto Ranieli e Giorgio Conti, ha chiesto l’esclusione dei futili motivi e il minimo della pena considerando che l’imputato (in carcere a San Vittore) è reo confesso. Ha tratteggiato la personalità dell’imputato, nato in Italia ma affidato subito alla sorella in Marocco, che lui pensa essere la madre.

Col lockdown inizia a giocare, dopo la separazione da Federica entra nel tunnel della coca. Secondo la difesa El Makkaoui, nella sua testa si è visto abbandonare anche da Campa, che lo offende e manda in corto circuito. "Il motivo non è futile". Le parti civili hanno chiesto 800mila euro di provvisionale.