
Per gli attivisti servono provvedimenti straordinari
Bergamo, 13 luglio 2019 - In città aumenta il mercato nero delle stanze. Nel capoluogo sale a 75 il numero degli sfratti registrati nel 2018, un dato decisamente preoccupante se si pensa che solo nel 2015 il numero era pari a zero, arrivando a 13 nel 2016 per poi riscendere a 11 nel 2017.
«Ci troviamo di fronte ad una significativa inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni – commentano gli attivisti volontari di Unione inquilini Bergamo – Una controtendenza peggiorativa, rispetto sia al dato nazionale sia a quello regionale». Negli ultimi mesi del 2018, la provincia di Bergamo ha assistito ad una notevole crescita degli sfratti. Le statistiche del Ministero confermano, infatti, che nel 2018, dopo un trend positivo di seppur lenta diminuzione che durava almeno dal 2014, la Bergamasca oggi si posiziona fra le 15 province in controtendenza.
«Nella provincia di Bergamo – proseguono gli attivisti – i provvedimenti esecutivi di sfratto sono balzati da 606 nel 2015, 591 nel 2016, 438 nel 2017, a 697 nel 2018, facendo segnare un forte + 59,13%, rispetto al 2017». In crescita anche le richieste di esecuzione consegnate all’ufficiale giudiziario, che passano da 2.529 nel 2014, a 2.696 nel 2018. Stessa sorte per le esecuzione di sfratto con la forza pubblica, salite nel 2018 a 668, con un aumento del 23, 25% rispetto all’anno precedente.
Le cause? La maggior parte sono da imputare alla morosità dovuta alla precarietà lavorativa e di reddito. Da tenere presente che dalle statistiche del ministero dell’Interno sono però esclusi gli sgomberi per occupazione di case popolari e quelli in seguito a espropri dovuti al mancato pagamento del mutuo da parte delle famiglie, fenomeno quest’ultimo particolarmente diffuso a Bergamo e in diverse zone della provincia. Pare proprio che la precarietà lavorativa e i bassi redditi siano alla base della precarietà abitativa e si qualifichino come elementi strutturali sempre più esteso e radicali nella nostra provincia.
L'ampliamento del patrimonio residenziale pubblico deve «essere portato al centro dell’agenda politica del parlamento al Governo fino all’ultimo Comune», come sottolineano gli attivisti di Unione inquilini, che ancora una volta rinnovano l’appello alle istituzioni affinché «vengano confermate ed estese iniziative di moratoria e blocco degli sfratti, nonché di graduazione degli sgomberi, al fine di garantire alle famiglie sfrattate alloggi alternativi».
A quanto riportano gli attivisti servono inoltre nell’immediato provvedimenti straordinari poiché i Servizi sociali di diversi Comuni della Bergamasca hanno esaurito, o stanno esaurendo, disponibilità e risorse per dare risposta a chi si ritrova senza casa. In conclusione, questi saranno i temi che verranno trattati in occasione della VIII Giornata nazionale “Sfratti zero”, in programma il 10 ottobre in almeno 50 città italiane, tra cui Bergamo.