Amministrazione provinciale Cambio della guardia al Broletto

Samuele Alghisi consegna al suo successore, Emanuele Moraschini, opere pubbliche per mezzo miliardo

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di Federica Pacella

Opere pubbliche per mezzo miliardo in quattro anni ed un piano di rinnovamento dei centri per l’impiego, avviato per affrontare uno dei temi cardine del territorio. Questa l’eredità che Samuele Alghisi, presidente della Provincia, consegna al suo successore, Emanuele Moraschini, sindaco di Esine, unico candidato alla guida del Broletto (oggi l’elezione) per effetto dell’accordo bipartisan.

"In questi anni abbiamo fatto un grande lavoro di riorganizzazione delle 4 funzioni – ha ricordato Alghisi, tracciando un bilancio del suo mandato -. Nell’ambito di quella finanziaria abbia previsto l’ufficio Europa, perché ritengo importante avere qualcuno che faccia lobby territoriale ed istituzionale. Abbiamo previsto anche un ufficio energia, importante per il futuro del patrimonio edilizio della provincia che potrebbe essere oggetto di investimenti di operatori interessati a realizzare parchi fotovoltaici. In questi 4 anni abbiamo investito 500 milioni di euro in opere pubbliche e abbiamo lavorato anche su ambiti che non ci competevano direttamente, come la cultura". Tra gli interventi in cantiere, c’è il piano per i 12 centri per l’impiego, che nel 2022 hanno gestito 3430 richieste di lavoro dalle aziende e hanno pre-selezionato 27.142 candidati (di cui poi solo 6665 sono risultati idonei). "Dopo 26 anni, Villa Paradiso avrà una sua destinazione – ha annunciato –. Regione Lombardia ci ha riconosciuto 10 milioni di euro per ampliare i centri per l’impiego: di questi, 6 andranno su Villa Paradiso, che esce dal piano alienazioni della Provincia e che diventerà il nuovo centro per il Comune di Brescia". Sarà quindi lasciato l’affitto della sede di via Cefalonia (non più a norma sismica); inoltre, da febbraio arriveranno 32 nuovi operatori, finanziati tramite la Regione. Alghisi rivendica anche la bontà del piano cave ("abbiamo avuto ricorsi solo da cavatori, non da Comuni o ambientalisti"), che gli ha causato qualche screzio col partito (PD). "Ma questo è normale, c’è uno scollamento tra la politica dei partiti e quella degli amministratori, che devono confrontarsi con le esigenze pratiche. Se penso ad un mio futuro in politica, sarà orientato a colmare questo divario". Tra le tappe più complesse c’è stata quella del depuratore del Garda, visto che il lavoro fatto dalla Provincia è stato stroncato dalla nomina del commissario straordinario. "Fin dove abbiamo potuto, abbiamo fatto quello che potevamo fare". E sulla possibile revisione delle funzioni delle Province? "Sarà un percorso molto lungo – spiega – La Delrio è stata un fallimento totale".