LAURA BALLABIO
Cronaca

Valleve, l’acquedotto pesca su fondo torbido: tre famiglie avvelenate dai rubinetti

Forse contaminato da una carcassa di animale, ora una tredicenne è in ospedale

Una panoramica di Valleve

Valleve (Bergamo), 7 gennaio 2018 - È ricoverata da giorni a causa di gravi sintomi gastrointestinali e febbre altissima per aver bevuto l’acqua del rubinetto di casa, in Val Brembana. Si è trasformata in un incubo la vacanza sulla neve per tre famiglie, rimaste intossicate per la contaminazione dell’acquedotto di Cambrembo, frazione di Valleve. Ad avere la peggio una ragazzina di 13 anni che da giorni è ricoverata all’ospedale di Desio (in Brianza) nel reparto di pediatria. Il contagio però non ha risparmiato nessuno della famiglia, residente nel Milanese: febbre alta da una decina di giorni, gravi problemi gastrointestinali anche per i due genitori, la mamma Laura Pasquini, edicolante di 44 anni, e il papà Massimo Caldironi, magazziniere di 45 anni, oltre alla figlia più piccola che fortunatamente ha avuto una forma più lieve. Non solo: ad essere intossicati anche una seconda famiglia con figli, amici della coppia ospitati per le vacanze, e i vicini di casa in montagna, pure loro del Milanese, attualmente in cura al Bassini di Cinisello Balsamo.

A raccontare l’accaduto sono proprio i due genitori della tredicenne ricoverata. «I sintomi sono iniziati nove giorni fa. Abbiamo avuto tutti febbre alta, tra i 39 e 40, e problemi gastrointestinali molto pesanti. Abbiamo bevuto l’acqua del rubinetto. Lo facciamo sempre quando siamo in montagna. Ieri mio marito è andato con i campioni al De Marchi perché non tutti fanno gli esami per l’escherichia coli. Così avremo la conferma che quello che ci è successo negli ultimi giorni è colpa dell’acqua dell’acquedotto di Cambrembo - ha raccontato la mamma -. Mia figlia ha perso 5 chili, ha avuto un grave problema di disidratazione e solo oggi sta un po’ meglio, dopo nove giorni di febbre e problemi intestinali. È stato il medico a capire che non si trattava di un semplice virus o di influenza». Solo nelle ultime ore poi si è capito cosa è successo.

Nei giorni scorsi l’acquedotto che rifornisce la frazione è rimasto a secco perché i circa 300 abitanti avrebbero lasciato aperti i rubinetti delle case per evitare che l’acqua nelle tubature si ghiacciasse a causa delle temperature rigide. Probabilmente il fondo dell’acquedotto è stato contaminato da qualche residuo o da una carcassa di animale.

«Il sindaco ha fatto l’ordinanza solo il 4 gennaio in cui ha chiesto ai cittadini di bollire l’acqua prima di usarla per evitare altri spiacevoli malori, mentre il giorno precedente veniva addirittura disposto il divieto totale di utilizzo dell’acqua di rete per consumo umano e uso alimentare» hanno spiegato ancora i due genitori della ragazzina. Il sindaco di Valleve, Santo Cattaneo, non esclude una possibile perdita dell’acquedotto, per cui prossimamente saranno effettuati i controlli del caso.