Accusata di sottrazione di minore. Assolta la madre tornata in patria

Bergamo, denunciata dal marito. Decisiva una testimonianza

Era finita a processo con la pesante accusa di sottrazione internazionale di minori, nello specifico la figlioletta di 2 anni. Ieri la sentenza di assoluzione (come aveva chiesto il pm) perché il fatto non costituisce reato. Sentenza pronunciata dal giudice Beatrice Purita che ha assolto V.Z. 40 anni, moldava (lei si trova dalla famiglia e non è più rientrata), assistita dall’avvocato Paolo Botteon. La vicenda risale all’8 novembre del 2017 quando il marito della donna, un romeno di 48 anni, camionista, al rientro dal lavoro non trova a casa né la moglie e tantomeno la figlia. Gli armadi sono vuoti, spariti gli abiti. Lui allora va dai carabinieri per denunciare la moglie. A processo il camionista si è costituito parte civile (assistito dagli avvocati Ippolita Riva e Vincenzo Coppola). A favore dell’imputata una testimonianza importante, quella della sorella della quarantenne. Ad un certo punto in lacrime ha tirato fuori dalla borsa un certificato del Pronto soccorso, di due anni prima, per delle contusioni all’imputata causate da "persona nota". Sarebbe il marito. Lui e la moglie erano in Italia dal 1997 e insieme da 10 anni, si sono sposati quattro anni prima che lei facesse i bagagli, vivevano nella Bassa Bergamasca. Nella coppia ci sono stati screzi, negli ultimi tempi anche tensioni legate alle molte ore di lavoro dell’uomo. La sera dell’8 novembre lui trova la casa deserta e vuota. Chiama la moglie e lei risponde di essere in Moldavia dai suoi. L’11 novembre il marito presenta denuncia. F.D.