Il piano MV Agusta in Tribunale: "Ecco come faremo fronte ai debiti"

All'orizzonte ridimensionamento e ulteriori tagli delle spese. Le perplessità dei sindacati

Operaio al lavoro nello stabilimento alla Schiranna

Operaio al lavoro nello stabilimento alla Schiranna

Varese, 22 ottobre 2016 - Una ulteriore riduzione delle spese e la conferma del posizionamento sui modelli di alta gamma, con un sostanziale ridimensionamento che permetterebbe di generare flussi di cassa positivi e fare fronti ai debiti. Sono alcuni dei punti che sarebbero al centro del piano industriale e finanziario per il rientro dei debiti per un totale di 50 milioni di euro accumulati con banche e fornitori che oggi verrà presentato in Tribunale a Varese da MV Agusta.

Un passaggio chiave per il futuro della storica casa motociclistica varesina, che nel marzo scorso ha chiesto l’ammissione al concordato in continuità: una procedura concorsuale a cui può ricorrere un debitore in stato di crisi o di insolvenza per tentare il risanamento, anche attraverso la richiesta di uno sconto a forfait del debito accumulato, continuando ad esercitare la continuità aziendale. Il piano dovrà essere valutato dal Tribunale. Poi, nei prossimi mesi, si terrà un’adunanza dei creditori, tra cui piccole e medie imprese del Varesotto, che forniscono le componenti per le moto realizzate nello stabilimento alla Schiranna. Intanto è ripresa la produzione e i circa duecento dipendenti MV Agusta (alcune decine sono in cassa integrazione) attendono sviluppi. "Per noi l’importante è la salvaguardia dei posti di lavoro - spiega Nino Cartosio, sindacalista della Fiom-Cgil - e per questo sono indispensabili gli investimenti. I lavori nell’officina sono ripresi, non ancora a pieno regime, ma la parte più complessa riguarda il settore impiegatizio". Nei prossimi giorni i sindacati incontreranno il presidente di MV Agusta, Giovanni Castiglioni, che dal 2011 è alla guida dell’azienda.

L’obiettivo di produzione nel 2016 è sceso a quota quattromila moto. Nel lungo periodo il target si attesta sulle 10mila moto. Per far ripartire la casa motociclistica servirà una ricapitalizzazione, effettuata da Castiglioni o da nuovi azionisti interessati a rilevare una parte del pacchetto. Per ora, però, non sono approdate a nulla di concreto le trattative iniziate nei mesi scorsi per un’uscita di Mercedes da MV Agusta e l’ingresso di un nuovo investitore pronto ad acquisire una quota di azioni superiore al 25% detenuto attualmente dal colosso tedesco. L’operazione avrebbe portato a un aumento del capitale sociale dell’impresa per ristrutturare il debito e sostenere la crescita, anche con l’eventuale cessione della maggioranza da parte di Castiglioni. Ipotesi che sembra sfumare. "Per noi la questione della ricapitalizzazione è fondamentale - spiega Flavio Cervellino, della Fim-Cisl - ma non si vedono certezze. Sul fronte occupazione per ora sono scongiurati gli esuberi, con la firma a luglio dell’accordo sulla cassa integrazione straordinaria".