Delitto Macchi: pg Cassazione, "Binda resti in carcere"

Attesa per la decisione del giudice sulla richiesta di scarcerazione presentata dai difensori dell'ex compagno di liceo di Lidia, arrestato lo scorso 15 gennaio

Stefano Binda

Stefano Binda

Varese, 29 aprile 2016 - Stefano Binda, il 48enne di Brebbia arrestato lo scorso 15 gennaio con l'accusa di aver violentato e ucciso nel gennaio 1987 la studentessa Lidia Macchi "deve rimanere in carcere". Lo ha sostenuto il sostituto pg della Cassazione Alfredo Viola, che  ha chiesto di confermare la custodia cautelare in carcere. 

Il sostituto pg si è pronunciato per il rigetto del ricorso della difesa di Binda contro l'ordinanza del gip di Varese Anna Giorgetti. L'avvocato Sergio Martelli ha presentato la richiesta di scarcerazione direttamente alla Cassazione, evitando il vaglio del riesame. La difesa punta all'insussistenza delle esigenze cautelari, sottolineando che non esiste pericolo di fuga, di reiterazione del reato e tanto meno di inquinamento delle prove. Al termine dell'udienza il giudice si è riservato e si esprimerà nelle prossime ore sul ricorso. Binda è stato arrestato il 15 gennaio scorso ed è recluso nel carcere di San Vittore. Lidia Macchi il 5 gennaio 1987 era andata a trovare un'amica all'ospedale di Cittiglio ed era stata ritrovata morta, colpita con 29 coltellate, due giorni dopo in un bosco poco distante. Nell'ambito delle indagini, la salma della ragazza è stata riesumata.