Delitto Macchi, dissequestrato il parco Mantegazza a Varese

Terminate le ricerche della possibile arma del delitto. Coltelli al vaglio dei consulenti della Procura generale di Milano

Ricerche nel parco Mantegazza

Ricerche nel parco Mantegazza

Varese, 25 marzo 2016 - Sono terminate le ricerche, nel parco Mantegazza di Varese, della possibile arma del delitto e di altro materiale che potrebbe essere utile alle indagini nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio della studentessa Lidia Macchi, massacrata con 29 coltellate nel 1987. 

L'area verde è stata dissequestrata nel primo pomeriggio e ora è accessibile al pubblico. Le ricerche - condotte da agenti della Squadra mobile di Varese e militari dell'Esercito con metal detector e geoscanner - erano iniziate lo scorso 15 febbraio, quando era stato disposto il sequestro del parco alla periferia di Varese. Nei giorni scorsi sono stati trovati alcuni coltelli, arrugginiti e sepolti sotto terra. Si stanno occupando delle analisi sui reperti i consulenti (il biologo Roberto Giuffrida e l'archeologo forense Dominic Salsarola) nominati dal sostituto pg di Milano Carmen Manfredda, che coordina l'inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Varese, con il compito di accertare se le lame siano compatibili con l'arma del delitto e l'eventuale presenza di sangue o impronte digitali. Secondo alcune ipotesi investigative Stefano Binda, l'uomo arrestato lo scorso 15 gennaio con l'accusa di aver violentato e ucciso la ragazza, sua ex compagna di liceo, potrebbe aver nascosto il coltello nel parco nei giorni successivi all'omicidio.