Valmasino, la frana fa paura: scuole chiuse e bambini all'oratorio

Sono settanta gli alunni trasferiti all’oratorio. Dieci le famiglie evacuate di ALESSIA PACE

Frana in Valmasino (repertorio)

Frana in Valmasino (repertorio)

Valmasino, 21 gennaio 2015 - «Le ordinanze di evacuazione della scuola, si parla di una settantina di bambini che verranno spostati all’oratorio del parroco, e di una decina di famiglie di Cataeggio, che non potranno rientrare in casa fino alla fine dei lavori di messa in sicurezza, sono pronte e per la nostra valle si prospettano giorni di disagio». A parlare è il sindaco di Val Masino Domenico Iobizzi che ieri pomeriggio ha incontrato i vertici della Prefettura di Sondrio per discutere la gestione della sicurezza dopo lo smottamento di massi che la settimana scorsa ha interessato la frazione di Cataeggio. Nella notte fra giovedì e venerdì, infatti, si sono staccati 5mila metri cubi di roccia dalla montagna sopra la frazione: sventrata la parete di una vecchia abitazione e ingombrate le vie interne del paese che sono state dichiarate inagibili.

Tutta la parte vecchia della frazione, compresa la strada che porta al municipio, è stata chiusa. Durante la riunione, presieduta dal vice prefetto dottor Salvatore Angieri alla quale ha partecipato anche il presidente della Provincia Luca Della Bitta, il dirigente del servizio sistema integrato di prevenzione dei rischi dottoressa Secchi e i rappresentanti del comando provinciale dei Vigili del fuoco, e del Corpo Forestale, il sindaco Iobizzi ha illustrato i primi interventi di somma urgenza in corso di realizzazione. Le opere riguarderanno il disgaggio dei massi superficiali, la realizzazione di una prima barriera protettiva e l’innalzamento del muro di protezione di 3 metri, portandolo a 9 metri. La Prefettura ha inoltre garantito che interesserà le sedi competenti ai fini del successivo risanamento del versante «Scaiun» oggetto di un diffuso dissesto.

«E’ necessario un attento monitoraggio del versante, perché ci potrebbero essere ulteriori distacchi di materiale – ha spiegato poco prima dell’incontro Iobizzi -. Inoltre bisognerebbe installare un allarme per avvisare i residenti in caso di pericolo. La situazione è delicata e non è nuova, visto che otto mesi fa io personalmente l’avevo descritta nella richiesta di calamità naturali per la Valmasino. Ma i finanziamenti inviati per la messa in sicurezza del territorio non sono adeguati e all’oggi, la popolazione versa in una situazione di pericolo costante». Il primo cittadino della Valmasino punta il dito contro gli enti pubblici, in primis contro la Comunità montana di Morbegno, rea, secondo Iobizzi, di non aver distribuito le risorse fra i Comuni in modo «proporzionale».

«Il nostro Comune è un Comune particolare – ha continuato il sindaco – soprattutto dal punto di vista ambientale. Le caratteristiche della montagna sono friabili e lo sfruttamento dei torrenti da parti delle centrali idroelettriche sta alterando vistosamente il territorio. A questo si aggiungano i boschi abbandonati e gli alpeggi non più caricati e il disastro è fatto. Il mio Comune vuole tutela da parte degli enti perché non riesce a tutelarsi con le proprie risorse. L’indotto turistico che porta la Valmasino non è paragonabile a nessun altro Comune della Bassa Valle così come le esigenze dal punto di vista della sicurezza idrogeologica».