Sciopero della fame e della sete e protesta rumorosa in carcere

I detenuti chiedono interventi contro la direttrice

Il carcere di Sondrio

Il carcere di Sondrio

Sondrio, 3 ottobre 2016 - Sciopero della fame da quasi una settimana, e da sabato anche della sete. Proteste “rumorose”, tanto che si sentivano nelle case intorno al carcere. La situazione nella casa circondariale di Sondrio è sempre più calda, tanto che oggi è prevista l’ispezione del provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria. Prima la questione del medico che coordina il servizio sanitario all’interno del carcere, Alì El Hazaymeh, che, dopo screzi e dissidi con la direttrice Stefania Mussio, si è visto negare il permesso a entrare nella Casa circondariale per il giro di visite; poi, all’inizio della settimana scorsa, 25 dei 37 detenuti nel carcere di Sondrio hanno proclamato lo sciopero della fame denunciando comportamenti della direttrice che violerebbero i loro diritti: «Non possiamo chiamare i nostri avvocati – hanno scritto in una lettera inviata al Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano – e la direttrice ha fatto terra bruciata attorno a sé, il garante dei detenuti si è dimesso e anche le volontarie, le Dame di San Vincenzo non vengono più ad aiutarci».

Stefania Mussio
Stefania Mussio

E sabato nuove proteste. Diciannove di quei 25 detenuti che stanno facendo lo sciopero della fame a oltranza («finché non verranno presi provvedimenti corretti ed effettivi dalle autorità preposte, utili alla risoluzione dei problemi») hanno proclamato anche lo sciopero della sete, e alcuni hanno già avuto bisogno dell’intervento della guardia medica per i primi problemi di disidratazione. In serata, poi, una manifestazione “rumorosa”: diversi detenuti hanno iniziato a battere quello che avevano a disposizione contro le inferriate delle finestre delle celle e a gridare, tanto che nelle case vicine e sulla strada si poteva udire distintamente il rumore e qualcuno è riuscito anche a realizzare un video postato poi su Facebook. A innescare questa nuova rimostranza sarebbe stato il trasferimento di uno dei carcerati, pare tra quelli più decisi a opporsi alla direttrice, nel carcere di Monza. Al momento non si sa da chi sia arrivata la decisione, ma i detenuti l’hanno letta come ritorsione per la protesta messa in atto. Insomma, un clima davvero molto teso. Da quando tutto è iniziato la direttrice Mussio non si è vista in carcere (dirige anche quello di Lecco). Domani dovrebbe arrivare il provveditore regionale.