Proteste in carcere, ecco la soluzione

La svolta dopo la visita a Sondrio del provveditore regionale Luigi Pagano

Il dottor Luigi Pagano, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria all’esterno del carcere (foto Orlandi)

Il dottor Luigi Pagano, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria all’esterno del carcere (foto Orlandi)

Sondrio, 4 ottobre 2016 - Sembra in via di risoluzione la delicata situazione del carcere (stop a sciopero della fame), dove 25 dei 37 detenuti hanno proclamato una settimana fa lo sciopero della fame, poi da sabato quello della sete e, sempre sabato, i carcerati hanno anche messo in atto una protesta rumorosa, con urla e sbattendo sulle grate delle finestre delle celle stoviglie e oggetti. Ieri la visita ispettiva del provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano, che ha incontrato i detenuti, la direttrice Stefania Mussio, il comandante «ad interim», il vice capo Emilio Di Somma, e poi, fuori dalle porte della Casa circondariale, anche i volontari che fino a non molto tempo fa operavano con i carcerati. Una delicata operazione di diplomazia, col chiaro obiettivo di ricucire uno strappo che sembrava definitivo, ma forse così non è. Infatti, i detenuti sembrano aver deciso di fare un passo indietro e revocare almeno momentaneamente lo sciopero della fame e della sete, convinti dalle rassicurazioni del provveditore.

«Ho fatto loro un discorso: azzeriamo tutto e ricominciamo da capo – ha affermato Pagano al termine della visita -. Ci sono aspetti che possono essere migliorati con un po’ di buona volontà da tutte le parti in causa, cercheremo di fare chiarezza ad esempio per quanto riguarda i colloqui tra i detenuti e i loro legali, assolutamente sacrosanti ma presentando una motivazione. Per quanto riguarda, invece, le celle sovraffollate, avvieremo a breve un programma di ristrutturazione che riguarderà anche il carcere di Sondrio, e la cella da 5 posti ora inutilizzata verrà messa a norma così potrà ospitare alcuni detenuti». C’è, poi, da sciogliere il delicato nodo sul mondo del volontariato, che ormai non entra più in carcere da tempo per incomprensioni con la direttrice. «Per quanto riguarda il garante dei detenuti – prosegue Pagano – so che il Comune si è attivato con un bando per nominarne uno nuovo. Spero poi che le Dame di San Vincenzo si convincano a tornare a offrire il loro preziosissimo aiuto». La situazione sembra avviarsi verso una risoluzione. «La terrò comunque sotto controllo – conclude Pagano - e nei prossimi mesi tornerò in visita».