Villa Munda, Comune di Varedo pronto a chiedere i danni

Il sindaco in Tribunale per chiedere come tutelare l'ente danneggiato dall’acquisizione di Villa Bagatti Valsecchi a prezzi gonfiati

Villa Bagatti Valsecchi

Villa Bagatti Valsecchi

Varedo (Monza e Brianza), 30 aprile 2016 - Sono stati in Procura a chiedere informazioni e delucidazioni sui possibili passi che il Comune potrebbe intraprendere per tutelare i propri interessi e quelli dei cittadini. Il sindaco Diego Marzorati e l’assessore all’Urbanistica Fabrizio Figini hanno incontrato ieri mattina Franca Macchia, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Monza, nonché titolare dell’inchiesta "Villa Munda" che pochi giorni fa ha portato Varedo alla ribalta della cronaca per le vicende legate all’acquisizione di Villa Bagatti Valsecchi. "Non possiamo rendere pubblico il contenuto del colloquio – spiega il primo cittadino – per ragioni di riservatezza visto che il procedimento è ancora in corso. Possiamo però dire che a seguito dell’incontro, l’Amministrazione comunale ha deciso di affidarsi a un avvocato per richiedere l’accesso agli atti dell’indagine. Come parte offesa, nel caso in cui ci fosse un rinvio a giudizio, ci costituiremo parte civile per richiedere i danni".

Secondo i due amministratori infatti ci sarebbero tutti i presupposti per valutare la possibilità di predisporre l’atto di costituzione civile per esigere il risarcimento del danno che ammonterebbe a tre milioni di euro. Un atto dovuto nei confronti non solo dell’intera cittadinanza ma anche della Giunta comunale che, con un debito di sei milioni di euro da sanare (a tanto ammonta il prezzo per l’acquisto della villa) ha lavorato nei cinque anni di mandato non come avrebbe voluto. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Seveso, ha consentito di svelare l’accordo illecito stretto tra la parte privata venditrice (una società con sede a Milano) e un consigliere comunale (architetto di professione), i quali risultano aver sovrastimato di proposito, in misura pari a più del doppio, il valore dell’immobile grazie alla perizia di un professionista compiacente.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, iniziate per ipotesi di corruzione, l’amministratore pubblico, che ha rivestito un ruolo centrale nell’intera vicenda, ha operato in conflitto di interessi nel duplice ruolo di consigliere comunale, nonché presidente della Commissione risorse territoriali e di consulente incaricato dalla società privata aspirante venditrice del compendio immobiliare, in contrasto con il dovere d’imparzialità. Secondo gli inquirenti, quindi, grazie allo stratagemma realizzato, che ha consentito di attribuire a Villa Bagatti Valsecchi un valore più che doppio rispetto a quello reale, l’Ente pubblico ha di fatto subito una perdita, nell’acquisto, di circa 3 milioni di euro, danno aggravato dal fatto che nella compravendita risultano essere stati concessi alla società cedente anche degli illegittimi diritti edificatori su aree del centro storico cittadino.