Lo stupratore di Rimini riconosciuto a Monza: "Sì, è stato lui a violentarmi"

Decisivo il lavoro degli agenti del Commissariato di viale Romagna per aiutare una ragazza brianzola ricostruire la drammatica vicenda

Il Commissariato di Polizia di Monza

Il Commissariato di Polizia di Monza

Monza, 21 agosto 2015 - Era stata stuprata la sera di Ferragosto. L’unica buona notizia - si fa per dire - è che il responsabile della violenza sarebbe stato trovato. Con l’aiuto, fondamentale, del Commissariato di Polizia di Monza.  È stato infatti fermato il presunto autore della violenza sessuale nei confronti di una brianzola di 27 anni. Si chiama Seck Massow ed è un 27enne senegalese, regolare in Italia, fermato nella nottata fra mercoledì e giovedì sul litorale riminese. La sua descrizione collima coi ricordi della vittima: treccine, barba, maglia rossa, pantaloni neri, accento del nord, visto che il giovane è cresciuto a Novara

. Tutto era accaduto nella notte di Ferragosto. La ragazza, che si trovava in vacanza a Torre Pedrera, frazione di Rimini, assieme a madre e fidanzato, rimane sola. Il suo fidanzato torna al Nord, lei resta solo con la madre e decide di andare a passare la nottata in spiaggia con alcuni amici. È qui che si imbatte nel giovane di colore. Dopo un primo approccio amichevole, la ragazza gli presta la tessera fiscale per andare a comprare le sigarette a un distributore, in attesa che arrivino i suoi amici. «Ora che ti ho fatto compagnia, però, mi devi pagare» sembra scherzare lui. E cosa vuoi?» chiede la ragazza. «Voglio fare sesso con te».

La giovane si spaventa, ma lui fa sul serio e la trascina fra le cabine, dove comincia a violentarla. I lividi sulle gambe e sulle braccia provano il suo tentativo disperato di resistere. Alla fine, però, è l’arrivo di alcuni bagnanti attirati dalle urla della ragazza a mettere in fuga il suo stupratore.

Il mattino successivo, la giovane va in ospedale e sporge denuncia alla polizia. E torna in Brianza, sconvolta dalla terribile avventura. È a questo punto che entrano in gioco i poliziotti monzesi: vanno a parlare con la vittima, ricostruiscono passo dopo passo i fatti, mettono a fuoco particolari inequivocabili, a partire dal nome del senegalese, “Seck”. E quando le fanno vedere le foto segnaletiche, la vittima riconosce all’istante il suo aggressore. «È proprio lui» scoppia a piangere. L’altra notte il senegalese, in Riviera per passare il Ferragosto, è stato rintracciato: avrebbe dormito in questi giorni nella spiaggia libera non lontano dal luogo dello stupro.