BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Monza, nasce il colosso dei bus: nel cda anche i pendolari

La città metropolitana punta ad unire Brianza, Lodi, Milano e Pavia: più investimenti

Uno dei bus urbani di Monza

Uno dei bus urbani di Monza

Monza, 3 marzo 2015 - Un posto in Consiglio d’amministrazione ce l’avranno anche i pendolari. Non è utopia, ma forse la novità più gradita della rivoluzione trasporti in arrivo sul territorio. Ultimo capitolo di una vecchia materia, lo slalom fra casa, ufficio e scuola per migliaia di persone ogni giorno, che ha a che fare da vicino con lo sviluppo. A tentare l’impresa titanica di raddrizzare la situazione sarà Città Metropolitana. La svolta è stata presentata martedì pomeriggio a Palazzo Isimbardi. Raggio ampio, il nuovo piano accosta Monza e Brianza a Milano, all’hinterland, a Lodi e a Pavia: quattro milioni e mezzo di utenti, un bacino eccezionale affidato alle cure della nascitura Agenzia Tpl (trasporto pubblico locale, appunto; il nome dell’ente non c’è ancora) e nel board ci saranno anche gli utenti. Così hanno deciso province e sindaci al summit. Uno dei cinque posti di comando andrà a loro. Investimenti da triplicare, - fermi a 60 milioni per i pullman lieviteranno sulla carta «almeno a 180», - e scenario da ripensare «in chiave strategica», annuncia Arianna Censi, consigliere metropolitano con delega alla Mobilità. «Oggi solo il 19% dei cittadini sale su un bus, l’81 preferisce la macchina. Una tendenza che dobbiamo invertire». Come? «Razionalizzando le tratte esistenti, collegando territori oggi lontani potenziando un servizio insufficiente e inefficiente». I Comuni sul trasporto pubblico non esitano: «è il tema-chiave della ripresa». E l’incremento delle linee ipotizzato dopo anni di tagli è musica per le orecchie degli amministratori.  "Dobbiamo creare le connessioni «orizzontali» che mancano». Il concetto è più semplice di quel sembra: il nuovo sistema ruota intorno a Milano, dove tutti, da Busnago a Garlasco, hanno necessità di arrivare in fretta.

Sulle mappe questi flussi sono trattini verticali, dalla periferia al centro e viceversa, ai quali si aggiungeranno le corse tra periferia e periferia, direttrici est-ovest, oggi inesistenti. Andare da Vimercate a Binasco insomma non sarà più un’odissea. Gli obiettivi sono ambiziosi: «Dobbiamo costruire un sistema così funzionale che il 30% dei cittadini nel medio periodo deciderà di lasciare l’auto in box», ancora Censi. Un sogno? «No, si deve fare. Il problema è urgentissimo», aggiunge il consigliere. Al summit anche Gigi Ponti, presidente della Provincia di Monza. «La nuova Agenzia è un’opportunità, ma prima di tutto bisogna trovare i soldi per coprire il servizio da giugno, altrimenti gli studenti si ritroveranno a piedi – dice -. Servono un milione 800mila euro (in Regione salgono a 12)». Censi ha già annunciato che batterà cassa a Palazzo Lombardia, mentre il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha garantito alla delegazione brianzola che gli ha fatto visita che sta «verificando l’inghippo». Ovvero come mai «un taglio centrale del 5% abbia finito per prosciugare i fondi delle province lasciando scoperto il servizio», spiega Paolo Brambilla, sindaco di Vimercate, presente all’incontro.