Effetto Pedemontana, tutti fermi sulla Milano-Meda: "Due chilometri di code in più"

I filmati denuncia della Provincia sull’impatto dell'apertura di Pedemontana sulla superstrada di MONICA GIUZZI

Il traffico sulla superstrada

Il traffico sulla superstrada

Monza, 11 dicembre 2015 - Due chilometri di coda in più, tre svincoli bruciati tra rallentamenti e ingorghi, picchi di paralisi come quelli registrati ieri mattina, dove lo sventurato automobilista per riuscire a spostarsi di un chilometro e fuggire dalla superstrada attraverso lo svincolo di Cesano-Binzago ci ha impiegato 35 minuti.

Sono gli effetti dell’apertura del tratto B1 di Pedemontana sul traffico già complesso della Milano-Meda. Li ha presentati ieri il presidente della Provincia Gigi Ponti. Telecomando in mano, Ponti ha mostrato i filmati girati con lo smartphone ogni mattina sulla principale via di collegamento della Brianza Ovest e sulla viabilità locale.

Dal 6 novembre scorso, il giorno dopo l’apertura della B1, il dirigente provinciale del settore Traffico e Territorio Antonio Infosini si è preso la briga quasi quotidianamente di registrare il suo tragitto da casa al lavoro. I video sono stati ripresi sempre in un intervallo orario variabile dalle 7.57 alle 9.05 del mattino in direzione sud. Le immagini parlano da sole, soprattutto se si confrontano al traffico più fluido del filmato del 28 ottobre, prima del taglio del nastro di Pedemontana fra Lomazzo e Lentate sul Seveso, che ha portato l’autostrada a sfociare sulla Milano-Meda.

"Il 6 novembre, le code si sono formate già sul cavalcavia di Meda, esattamente 3 chilometri e mezzo più indietro del solito - racconta Infosini -. Mi sono detto che però quel giorno c’era lo sciopero dei treni ad appesantire la situazione". Ma nei giorni successivi non è andata molto meglio. Piano piano, le code del mattino, che fino a un mese fa gli automobilisti diretti a Milano potevano incontrare all’altezza di Cesano, sono cominciate sempre prima, spostandosi da Cesano sud a Cesano nord e di qui a Seveso e a Meda. Un peggioramento registrato soprattutto dalla seconda metà del mese. Non solo: per la prima volta con l’apertura della B1 si registrano code in direzione sud anche negli orari serali, dalle 17 in poi, a partire da Seveso fino alle porte di Milano, in corrispondenza con l’ingresso alle tangenziali. Per sfuggire al traffico c’è chi esce dalla superstrada alla ricerca di percorsi locali più scorrevoli, ma anche qui ormai siamo alla paralisi quasi quotidiana.

"Un peggioramento evidente - sottolinea Ponti -. I filmati dimostrano che non eravamo gufi quando manifestavamo le nostre preoccupazioni per l’apertura dell’autostrada. E nella settimana che precede il Natale andrà anche peggio. La Milano-Meda è diventata una strada sempre più infernale, dalla quale gli automobilisti tentano di fuggire. Così un’infrastruttura che normalmente dovrebbe concorrere a rendere competitivo un territorio vivace come la Brianza, si sta trasformando giorno dopo giorno in un handicap per le nostre imprese e per i tanti lavoratori che tutti i giorni la percorrono".

A questo punto, conclude il presidente della Provincia, "è fondamentale riprendere iniziative che siano in grado di alleviare una situazione di difficoltà grossa nella vita quotidiana dei nostri cittadini. C’è una serie di opere sulla viabilità complementare che Pedemontana potebbe realizzare da domani ma che non vengono fatte. In questo momento il buonsenso chiede che si faccia qualcosa a partire da un programma di viabilità intercomunale concordata con i comuni". Tra le proposte ci sono anche diverse opere previste nel progetto principale per migliorare i collegamenti locali est-ovest (per esempio la riqualificazione di via Vignazzola attraverso un tracciato che si collega a Seregno), che Pedemontana avrebbe già dovuto realizzare, oltre a interventi per 60 milioni di euro che invece dovranno essere indicati dalla Provincia.