MARCO GALVANI
Cronaca

Monza, tempo di saldi per il vecchio ospedale

Dopo il flop dell’asta a 50 milioni, l'Umberto I si vende a 37

Il vecchio ospedale

Il vecchio ospedale

Monza, 19 maggio 2016 - Il vecchio ospedale in vendita a 37 milioni di euro. I vertici del San Gerardo hanno deciso di avviare un’asta pubblica per far rinascere quell’area di 60mila metri quadrati lungo via Solferino alle porte del centro città. Ma anche "al fine di garantire le fonti di finanziamento finalizzate alla realizzazione dell’intervento edilizio di adeguamento strutturale e tecnologico del Nuovo ospedale".

Perché il quadro economico complessivo della faraonica ristrutturazione (da 207 milioni di euro) del San Gerardo sta in piedi anche grazie alla somma che verrebbe incassata dalla vendita dell’Umberto I. Tanto che già un tentativo di alienazione era stato fatto nel 2011. Allora, però, l’asta era andata deserta. La valutazione dell’Agenzia del territorio - 50 milioni e 150mila euro - è risultata fuori mercato. Fino agli ultimi mesi con la richiesta di "una nuova stima del compendio del Vecchio ospedale secondo le attuali aspettative e potenzialità economiche del mercato immobiliare".

Il nuovo valore è stato fissato in 37 milioni di euro. Molti meno rispetto alla cifra di cinque anni fa. Tanto che nell’ottobre scorso la Giunta regionale ha destinato fino a 30 milioni di euro come co-finanziamento della riqualificazione del Nuovo San Gerardo "in considerazione del minor valore di alienazione del Vecchio ospedale". In sostanza, i conti per ammodernare il Nuovo San Gerardo sono stati fatti pensando di incassare oltre 50 milioni di euro, quindi quello che mancherà una volta venduto l’Umberto I verrà coperto dalla Regione.

La nuova base d’asta resta comunque una cifra impegnativa per prendere in mano il destino di un’area strategica per la città da cui i reparti hanno traslocato ormai da 7 anni. In via Solferino sono rimasti soltanto un Cup, il poliambulatorio, gli ambulatori dell’Asl, dell’Arpa e dell’ufficio manutenzione edilizia del Comune. Anche l’università Bicocca è rientrata a Milano con i suoi corsi. Per la riqualificazione dei vecchi padiglioni - lasciati in uno stato di completo abbandono - l’Accordo di programma sottoscritto nel 2008 è stato ritoccato al ribasso sulle volumetrie rispetto alla precedente generosa potenzialità edificatoria: dai 43mila metri di superfici edificabili con destinazione a residenziale libero e palazzi alti fino a 8 piani si scenderà a 35mila metri quadrati (con edifici al massimo di 6 piani) a destinazioni varie: appartamenti in locazione con patto di vendita, in affitto libero, in vendita convenzionata e in vendita libera. Confermata, invece, la valenza pubblica della parte umbertina, vincolata dalla Soprintendenza.