Escalation di casi di morbillo: il 90% non vaccinato

Sono 126 casi in 4 mesi. Per la maggior parte bambini sotto i 4 anni di età o adulti fra i 30 e i 34 anni, Fra loro sono state segnalate complicanze in polmonite, epatite, otite, problemi intestinali e stomatite: in nessun caso la temuta encefalite

Un bambino a letto con la febbre

Un bambino a letto con la febbre

Monza, 6 maggio 2017 - Soltanto nei primi quattro mesi dell’anno 126 casi di morbillo in Brianza. Mentre nello stesso periodo del 2016 erano 11, l’anno precedente 13 e nel 2014 18. E comunque mai, negli ultimi quindici anni si era registrato un simile picco. Solo nel 2002 la mattia era stata diagnosticata in 109 pazienti. Una recrudescenza dovuta a un’unica causa: «Ben 117 dei malati non erano mai stati vaccinati contro il morbillo, in linea con il dato nazionale che mostra circa il 90% di non vaccinati, rispetto al totale dei malati, per l’anno in corso», spiega Paola De Grada del Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats Brianza (che comprende le province di Monza e Lecco). In particolare, il morbillo ha colpito 6 persone nel Lecchese, 29 nel Monzese e 91 nel Vimercatese, per la maggior parte bambini sotto i 4 anni di età o adulti fra i 30 e i 34 anni. Fra loro, sono state segnalate complicanze in polmonite (in 4 casi con insufficienza respiratoria), epatite, otite, problemi intestinali e stomatite, ma in nessun caso si è riscontrata encefalite, la più temuta delle forme gravi. Tant’è che soltanto per 23 dei pazienti è stato necessario il ricovero, mentre per altri 13 l’accesso al pronto soccorso.

Delle 117 persone non immuni al morbillo, invece, 9 hanno contratto la malattia, benché fossero state vaccinate subito dopo il contatto con un ammalato: la vaccinazione post-esposizione non ha potuto evitare la malattia, ma ha sicuramente contribuito ad evitare possibili complicanze. Dei 9 ammalati che avevano riferito di essere stati vaccinati in passato, 8 avevano effettuato una sola delle due dosi di vaccino necessarie per avere una garanzia di protezione dal virus. Solo nel caso di un adulto, vaccinato con due dosi nell’infanzia, si è registrato il raro caso che la copertura non ha fatto effetto, favorendo la già alta contagiosità della malattia. Dei 126 casi di malattia segnalati dall’inizio dell’anno, 64 sono raggruppabili in «focolai» di malattia, chiusi nell’ambito famigliare (contagio tra madre e figlio, moglie e marito, fratelli) ma anche nel luogo di lavoro.

«Questi dati rilevati a livello provinciale - De Grada - confermano la persistenza della circolazione del virus del morbillo dovuta al mancato raggiungimento della copertura vaccinale di almeno il 95% dei bambini fino a 24 mesi di età, percentuale indicata dagli esperti come soglia minima per fermare la circolazione del virus nella popolazione. Sappiamo che questo dato è legato sostanzialmente al crescente numero di genitori che rifiutano la pratica vaccinale, nonostante le evidenze scientifiche consolidate sul valore positivo delle vaccinazioni e sulla loro sicurezza. Per rafforzare l’informazione e favorire l’adesione consapevole da parte dei genitori, in collaborazione con i pediatri di famiglia, sono in atto a livello regionale azioni di monitoraggio delle coperture e di rafforzamento della proposta di vaccinazioni in età pediatrica».

marco.galvani@ilgiorno.net