K-Flex, è accordo: 42mila euro a testa

Dopo 110 giorni di presidio i lavoratori dicono sì alla proposta di mediazione fatta dal giudice

K-Flex (Radaelli)

K-Flex (Radaelli)

Roncello (Monza e Brianza), 15 maggio 2017 - Si chiude con una buona uscita di 42mila euro a testa, dopo 110 giorni di presidio davanti ai cancelli dell’azienda, la battaglia contro la delocazzazione in Polonia dei 187 operai della K-Flex. Otto milioni di euro, è questa la cifra che l’azienda dovrà mettere a disposizione dei licenziati per evitare la pronuncia sulla violazione dell’accordo sindacale di dicembre, che prevedeva di non chiudere la produzione e di non ritoccare il personale fino a fine 2018. Un patto finito in cavalleria nel giro di poche settimane.

Sabato sera, dopo tre ore di assemblea, le maestranze hanno accettato la proposta di mediazione avanzata dal giudice: hanno detto sì in 135, 25 i contrari. Idem la proprietà, anche la famiglia Spinelli ha accettato la soluzione che, giovedì scorso, ha preso corpo in Tribunale a Monza. Una cifra più che raddoppiata rispetto alla prima offerta messa sul tavolo solo due settimane fa, quando l’incentivo era di 20mila euro lordi a testa, in tutto tre milioni di euro. «La prima proposta era inaccettabile, ora almeno ci danno la possibilità di guardare al futuro con un po’ meno paura», dicono magazzinieri, addetti alle mescole, tutti fra i 40 e i 50 anni, che hanno fatto grande il marchio casalingo nel mondo, dal 1989, anno di fondazione, a oggi.

«Le notti, il freddo, l’acqua: non abbiamo mollato di un centimetro. Tra noi è nato qualcosa di profondo che ci porteremo dentro per sempre». «I lavoratori hanno fatto il massimo in questi quattro mesi. Hanno lottato con coraggio e determinazione per non sottostare a un’ingiustizia - spiega Matteo Moretti, segretario della Filctem Cgil Brianza -: rimarremo in presidio fino a domani, ma la nostra battaglia non si ferma qui. Chiediamo al Governo di intervenire per evitare che si ripresentino situazioni come questa. Occorre una legge che vincoli i finanziamenti pubblici allo sviluppo delle aziende e dell’occupazione in Italia».

Il riferimento del sindacalista è ai contributi statali (oltre 30 milioni di euro) che K-Flex ha ricevuto per sbarcare sui mercati esteri e, di fatto, diventare leader mondiale nella produzione di isolanti termici, ora in parte chiesti indietro dal ministero dello Sviluppo economico. Non mancano comunque critiche «all’immobilismo» di istituzioni e partiti: «Il loro silenzio è assordante», sottolinea Moretti. Nonostante le passerelle delle scorse settimane, con leader nazionali schierati dalla parte degli operai: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Tutti e due hanno denunciato lo scandalo, «ma finora non è cambiato niente. Ed è sbagliato».

barbara.calderola@ilgiorno.net